Resta agli arresti domiciliari l’imprenditore edile barese Alessandro Trerotoli, di 49 anni, arrestato a dicembre a conclusione di un’inchiesta su una maxi truffa legata al bonus facciate.
Lo ha stabilito il Tribunale del Riesame di Bari, rigettando il ricorso della difesa.
Trerotoli è accusato di emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, indebita compensazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita.
Nel provvedimento di rigetto del ricorso, che si basava solo sulle esigenze cautelari, i giudici hanno evidenziato che «la misura degli arresti domiciliari» è «appena adeguata nel caso concreto» e rappresenta «l’unico strumento idoneo a precludere la reiterazione, in prima persona, dei reati del tipo di quello considerato e l’eventuale coordinamento dell’attività delittuosa altrui». I giudici hanno sottolineato «la gravità dei fatti», che rende la misura cautelare «pienamente proporzionata», e «l’acclarata propensione» dell’indagato «a realizzare in chiave professionale e seriale le attività delittuose» in questione.
Le indagini erano scattate lo scorso giugno, quando era stato disposto nei confronti di Trerotoli anche un sequestro preventivo per 140 milioni di euro ritenuti l’illecito profitto ottenuto dalla cessione di presunti crediti di imposta fittizi per il “bonus facciate”. Secondo l’accusa sarebbe stato creato «un circuito fraudolento volto alla creazione, circolazione, monetizzazione e utilizzo in compensazione di crediti d’imposta inesistenti» per lavori edili su facciate, in realtà mai eseguiti.