Quattro persone sono state arrestate (una in carcere e tre ai domiciliari) dal Nucleo di polizia econocmio-finanziaria della Guardia di finanza di Bari, con le accuse di corruzione e concussione in riferimento ad alcune gare d’appalto indette dall’azienda ospedaliera universitaria “Ospedali Riuniti” di Foggia che sarebbero state truccate.
In carcere è finito l’ingegnere foggiano 62enne Massimo De Santis. Ai domiciliari l’ingegnere 56enne barese Nicola Stefanelli, il 57enne anch’egli barese Giovanni Amoruso e il 36enne di Acquaviva delle Fonti Marco Labianca.
I quattro avrebbero “manipolato” quattro gare d’appalto bandite dall’azienda ospedaliera nel periodo 2018-2021.
Le indagini sono state svolte dal Gruppo tutela mercato beni e servizi del Nucleo P.E.F. Bari mediante intercettazioni ambientali, telefoniche e telematiche, ascolto di persone informate sui fatti, servizi di osservazione e pedinamento, perquisizioni e analisi della documentazione, cartacea e informatica, sequestrata.
Gli arresti sono stati eseguiti, su ordine del gip del Tribunale di Foggia a conclusione dell’indagine condotta dalla locale Procura, dai finanzieri baresi con il supporto dei militari del Comando provinciale di Foggia e del Gruppo pronto impiego di Bari.
«Sarebbe emerso un vero e proprio “reticolo di contatti” tra imprese e pubblici ufficiali, con lo scopo di pilotare gli appalti, al fine di perpetrare reati contro la Pubblica amministrazione e ottenere illeciti guadagni – spiegano gli investigatori in una nota -, nel cui ambito un ruolo primario sarebbe stato rivestito dal dirigente dell’Area gestione tecnica degli Ospedali Riuniti di Foggia, attinto dalla misura cautelare della custodia in carcere».
Secondo l’impostazione accusatoria accolta dal gip di Foggia, «quanto alla gara per la riqualificazione delle sale operatorie per l’attività intramoenia, i referenti di una società per azioni con sede a Milano, uno dei quali nominato anche dirigente a contratto dalla stessa stazione appaltante, avrebbero redatto sia i documenti necessari ad avviare la procedura, tra cui studio di fattibilità, quadro economico, progetto preliminare e progetto esecutivo, sia gli atti di gara come il capitolato tecnico, il bando e il disciplinare), tutto al fine di assicurarsi vantaggi nella fase di valutazione tecnica del progetto presentato», spiegano i finanzieri.
«Il dirigente dell’Area gestione tecnica, non solo nella qualità di responsabile unico del procedimento, si sarebbe attribuito la paternità di alcuni documenti (relazioni, tavole architettoniche) mai stilati, indispensabili per l’avvio della procedura, ma, quale componente della commissione giudicatrice di gara, avrebbe favorito il raggruppamento temporaneo di imprese (costituito società milanese e da una srl con sede a Bari), poi risultato vincitore dell’appalto», proseguono.
In relazione alla gara per l’affidamento del servizio di gestione e manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti elettrici, il dirigente dell’Area Gestione Tecnica «avrebbe ricevuto dall’amministratore unico di una s.r.l.s. con sede a Foggia partecipante alla procedura, prima della scadenza del termine per la presentazione delle domande, l’offerta tecnica ed economica consigliandogli l’inserimento di migliorie», dicono i finanzieri nella nota.
Il dirigente dell’Area gestione tecnica, «per favorire l’aggiudicazione di una gara, avrebbe ricevuto dall’amministratore di fatto della srl vincitrice dell’appalto, un soggiorno di una settimana con la compagna presso una struttura alberghiera a Sestriere (Torino), di proprietà della società, unitamente ai biglietti aerei di andata e ritorno, nonché uno smartphone IPhone X e un divano». È quanto emerge dall’inchiesta. Le utilità contestate si riferiscono alla gara per il servizio di gestione e manutenzione degli impianti gas medicinali e tecnici. Secondo l’accusa, la manipolazione della procedura sarebbe stata realizzata mediante la «predisposizione degli atti a base di gara (capitolato tecnico e disciplinare) ad opera di una srl con sede ad Altamura (Bari), poi risultata aggiudicataria dell’appalto». In seguito alla «iniziale aggiudicazione del servizio a un altro operatore economico – spiegano i finanzieri – il rappresentante legale della srl e il responsabile del procedimento, ancora una volta individuato nella figura del nominato dirigente dell’Area gestione tecnica, avrebbero concordato di attivare la procedura per l’accertamento sulla congruità dell’offerta presentata, provvedendo alla sua esclusione e al definitivo affidamento dei lavori alla srl, grazie all’elaborazione da parte del legale dell’azienda, in luogo della stazione appaltante, della replica alle giustificazioni presentate dall’aggiudicatario provvisorio».