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Pd, gli amministratori lucani: «Le alleanze vengono dopo Adesso è il tempo del “noi”»

È cominciata la fase congressuale costituente nel Partito Democratico a livello nazionale, e anche a livello lucano è un’occasione per tirare le somme, prendere atto delle criticità e programmare il futuro. «Non è un congresso ordinario. Vanno comprese non solo le ragioni di questo risultato ma soprattutto va fatto uno sforzo di elaborazione profondo, coinvolgendo…

È cominciata la fase congressuale costituente nel Partito Democratico a livello nazionale, e anche a livello lucano è un’occasione per tirare le somme, prendere atto delle criticità e programmare il futuro. «Non è un congresso ordinario. Vanno comprese non solo le ragioni di questo risultato ma soprattutto va fatto uno sforzo di elaborazione profondo, coinvolgendo società e territori, che contribuisca a definire bene identità e proposte», comunicano gli amministratori lucani del Pd, che conti alla mano prendono atto della necessità di un cambio di rotta e un ritorno a quelli che sono i valori fondanti del partito. «In dieci anni il Pd ha perso oltre 40 mila voti. Un dato che non può essere ignorato. Nel frattempo, abbiamo perso sul territorio le amministrative in entrambe le città capoluogo e la Regione. Dobbiamo quindi ripartire nella ricostruzione che deve muoversi su un doppio binario culturale e sentimentale da un lato e organizzativo dall’altro. Le alleanze vengono dopo. Questo è il tempo del “noi” inteso come nuovo PD», si legge ancora nel comunicato. Un cammino che vuol ricominciare da «esperienza e passione partendo dai territori», in vista delle prossime sfide: le elezioni Amministrative e Regionali. «Non “contro” qualcosa o qualcuno, ma “per” restituire innanzitutto orgoglio di appartenenza e per una evidente e ormai non più rinviabile questione del rinnovamento delle classi dirigenti. Non in una ottica di rottamazione, ma di confronto e collaborazione», proseguono. Una situazione generale particolarmente complessa, con una crisi economica senza precedenti che «sta cambiando il modo di vivere, di pensare, di guardare al futuro della collettività». Dopo tre commissariamenti e la fine dell’epoca La Regina, il Pd lucano si ripropone di tornare a «essere perno di un’aggregazione più ampia che costruisca l’alternativa alle fallimentari politiche della destra». Sanità, scuola, trasporti, infrastrutture; sicurezza e transizione ecologica ed energetica, rapporto con l’attività estrattiva, tutela dell’ambiente, Zes jonica, risorse del Pnrr, e ancora il futuro di
Stellantis a San Nicola di Melfi, delle aree industriali da Tito alla Val Basento, agricoltura, cultura, sviluppo locale e contrasto allo spopolamento: è su questi temi che per il Pd lucano si gioca «la partita che riguarda il futuro di questa regione». Necessario dunque «ripristinare un rapporto di fiducia» con gli elettori; per farlo, occorre «superare correnti e litigi» e «recuperare l’identità». Ecco dunque, per gli amministratori Pd lucani, il senso di un congresso: la ricerca di una figura «scevra da preconcetti e differenze, un leader il più possibile condiviso che si appassioni a questo progetto di ricostruzione e che non usi la sua funzione come trampolino di lancio per proprie cariche elettive». Un’occasione di cambiamento che permetterebbe una al Pd di guardare al futuro e che non può permettersi di perdere.

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