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Descalzi: “Lavorato molto per sostituire gas russo, in inverno 2023-24 saremo a 80%”

(Adnkronos) - La guerra in Ucraina "ha creato un forte impatto per quanto riguarda i prezzi dell'elettricità, del gas e dei carburanti". Da subito "abbiamo iniziato a lavorare nei paesi dove eravamo presenti investendo e per aumentare le nostre capacità in modo da sostituire il gas russo che è venuto a mancare. In otto mesi…

(Adnkronos) – La guerra in Ucraina “ha creato un forte impatto per quanto riguarda i prezzi dell’elettricità, del gas e dei carburanti”. Da subito “abbiamo iniziato a lavorare nei paesi dove eravamo presenti investendo e per aumentare le nostre capacità in modo da sostituire il gas russo che è venuto a mancare. In otto mesi siamo stati capaci di sostituire il 50% delle forniture dalla Russia per questo inverno. Per l’inverno 2023-24 dovremmo arrivare all’80% e nell’inverno 2024-25 dovremmo raggiungere il 100%. In 2 anni e mezzo avremo sostituito tutte le forniture di gas dalla Russia”. Ad affermarlo è l’ad di Eni, Claudio Descalzi, intervenendo ad un evento organizzato dalla Harvard Business Review e sottolineando la necessità di “continuare ad investire”. 

Descalzi, nel sottolineare la necessità di “diversificare” gli approvvigionamenti a livello geografico, evidenzia come “siamo in mezzo a una grande trasformazione e ad una transizione energetica” che va affrontata con l’innovazione e tutte le tecnologie possibili. “Dobbiamo puntare su tutte le energie e non solo sul gas”, rileva l’ad di Eni sottolineando che “negli ultimi anni l’Eni ha investito molto nella trasformazione della società, oltre 7 miliardi di euro in ricerca e sviluppo”. 

Tuttavia, osserva, “la transizione non può arrivare da un giorno all’altro” e “non potremo quindi fare a meno del petrolio e del gas come abbiamo visto con la pandemia e con la guerra”. Oltre ai pilastri che sono la sostenibilità e l’ambiente ci sono anche altri pilastri fondamentali che sono la sicurezza energetica e la competitività. “Quando i prezzi sono così alti la nostra industria soffre. Attualmente paghiamo 5-7 volte l’energia più caramente rispetto agli Stati Uniti e questo crea un problema competitivo”, sottolinea Descalzi.  

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