Allagamenti, trombe d’aria, alberi caduti, strade chiuse, barche a vela rivoltate dalle onde. Sono solo alcuni degli oltre 40 danni causati dagli eventi estremi nel comune di Bari e riportati dal dossier Città-Clima di Legambiente, che mette in luce il pericolo rappresentato dal cambiamento climatico per il capoluogo.
A partire dal 2010 fino all’anno scorso, dunque, lo studio di Legambiente ha contato oltre 40 casi di danni a cose o persone avvenuti a Bari. Attraverso un’animazione, inoltre, lo studio dimostra come, a partire dal 2010 e con un picco nel 2017, gli “incidenti climatici” siano sempre più aumentati. Casi estremi che rappresentano un pericolo per la viabilità, per le infrastrutture e per l’incolumità dei cittadini. Partendo dal Borgo Antico, il dossier consente di rivivere le tappe drammatiche scandite dal cambiamento climatico. Il 18 aprile del 2021, a causa del vento di Libeccio le cui raffiche superarono i 26 nodi, le navi da crociera non poterono attraccare nel porto levantino. Sempre in questa zona, poi, il 7 novembre dello stesso anno una barca a vela si ribaltò in mare, mettendo a repentaglio la vita del barcaiolo. Onde alte più di tre metri e le forte raffiche di vento complicarono le operazioni della guardia di finanza che riuscì solo dopo un lungo intervento a riportare la barca sulla terraferma. Sempre il vento e l’abbondante pioggia furono all’origine della devastazione che colpì, il lungomare del Borgo antico, nell’ottobre 2017, con muretti crollati e un cantiere letteralmente spazzato via, a nord della città.
Tra voli dirottati o cancellati, il maltempo mette a dura prova anche il traffico aereo sulla città. Basti pensare al temporale che colpì Palese il 12 novembre del 2019 e che obbligò l’autorità aeroportuale a dirottare tre voli su altri scali nazionali. I quartieri a nord del capoluogo sono stati più volte messi ko dagli eventi estremi. Il 28 novembre del 2018, per esempio, il lungomare di Palese fu colpito da una tremenda mareggiata con conseguente chiusura del traffico. Decine furono, infatti, i detriti riversati sulla strada dalle onde che rappresentavano un serio pericolo per autisti e pedoni. Qualche mese prima, il 15 giugno, già i trasporti ferroviari erano stati messi in ginocchio dal clima. La circolazione dei treni fu interrotta, proprio a Palese e a Parco Nord, per colpa di un nubifragio che creò, sui binari, veri e propri crateri. In quell’occasione, le autorità ordinarono anche la chiusura immediata di diversi sottopassi: Sant’Antonio, Santa Fara, via Cifarelli e via Quintino Sella. I sottopassi, in effetti, rappresentano una vera e propria minaccia quando la situazione climatica comincia a mettersi male. Lo sa bene la famiglia che, l’11 luglio del 2019, rimase bloccata da un nubifragio all’interno del sottopasso di via La Rotella, in Zona Industriale. Eventi improvvisi, che spesso non lasciano scampo perché imprevedibili. Fortunatamente, però, non fu quello il caso, dato che la famiglia coinvolta riuscì a trovare riparo in un bus dell’Amtab.
Il cambiamento climatico non risparmia, quindi, proprio nessuno. Scene apocalittiche furono quelle che videro protagonista Carbonara il 12 agosto del 2017, quando il rione fu paralizzato da una bomba d’acqua improvvisa, con centinaia di residenti costretti a fuggire in strada dalle proprie abitazioni allagate. Legambiente, per quanto riguarda l’anno appena concluso, ha registrato nel dossier come evento estremo, il nubifragio che colpì la città quasi un anno fa, il 10 gennaio, e che bloccò la zona della Fiera del Levante. Ma certamente, l’anno appena trascorso non è stato generoso in materia di crisi climatica, dato che, in tutta la penisola, i danni provocati dal meteo impazzito sono aumentati anche del 300%.
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Di Vito Surico17 Novembre 2024