«Non esistono reali motivazioni per temere che all’interno dell’edificio scolastico di via Marconi dove sono ospitate al momento le classi della scuola secondaria di primo grado del plesso di piazza degli Olmi, non vengano assicurate e mantenute le normali condizioni di comfort ambientale». Comincia così la risposta dell’amministrazione comunale al prefetto Sante Copponi, con una lettera che, per conoscenza, è stata inoltrata anche ai dirigenti scolastici. Il sindaco Domenico Bennardi chiarisce dunque la questione dei malfunzionamenti del riscaldamento in alcune scuole della città, che hanno visto mobilitarsi dirigenti e genitori. Inoltre, il primo cittadino sottolinea che dal 18 gennaio le chiavi del nuovo plesso in via Bramante saranno consegnate al dirigente scolastico dell’istituto comprensivo 6 che potrà cominciare a traslocare arredamenti, attrezzature didattiche, personale e studenti nei nuovi ambienti. Per quanto riguarda i malfunzionamenti nell’istituto Marconi, arriva la smentita di Bennardi: «Gli studenti, dopo la sospensione per le festività natalizie potranno riprendere, con piena regolarità, l’attività didattica; anche perché, diversamente da quanto segnalavano dal Consiglio d’istituto – ha aggiunto il sindaco -, non si è mai registrata una disfunzione del generatore di riscaldamento, installato nel plesso di via Marconi. Più correttamente, in prossimità di questa scuola, si è verificata l’improvvisa rottura delle obsolete tubazioni di mandata e ritorno dell’impianto termico, che, in ogni caso, sono già state sostituite». Il primo cittadino ha poi fatto chiarezza sulla questione della scuola di piazza degli Olmi, ricostruendone la travagliata vicenda: «Una storia di inadempienze, inefficienze e probabile sperpero di denaro pubblico», come l’ha definita, che comincia nel 1989, epoca cui risale l’impianto termico del plesso che non ha poi subito nessun intervento di manutenzione per 15 anni e ha visto un intervento parziale, seppur «molto oneroso» solo nel 2014 quando l’allora amministrazione Adduce sostituì le due caldaie lasciando intatta la centrale termica. Un intervento costato alle casse comunali 350mila euro, comprensivi di lavori edili, ma senza l’attivazione della Scia (la Segnalazione certificata di inizio attività) per l’antincendio. Si arriva così al 2021, quando l’amministrazione attuale con un investimento di altri 16mila euro sostituisce nuovamente le caldaie, ma non avvia la procedura per la Scia «dando per scontato che ci fosse». Un intervento dei tecnici Italgas del 2022, però, rileva un’errata posizione del contatore e tutto si blocca. Un nuovo investimento da 160mila, con ripristino dell’impianto, sostituzione della centrale termica e Scia «andrà a risolvere il problema». La consegna dei lavori è prevista per aprile di quest’anno.
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Di Redazione24 Novembre 2024