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Bonaccini alla convention Pd di Lecce: «Autonomia differenziata sì, ma solo se non divide il Paese»

«Se qualcuno ha in mente di dividere il Paese, come temo, non solo non siamo d'accordo ma l'autonomia differenziata non si farà». È tornato a parlare di autonomia differenziata Stefano Bonaccini, candidato alla segreteria nazionale del Partito Democratico, intervenendo oggi alla convention del Pd in corso ai Cantieri teatrali Koreja di Lecce. «La proposta di…

«Se qualcuno ha in mente di dividere il Paese, come temo, non solo non siamo d’accordo ma l’autonomia differenziata non si farà». È tornato a parlare di autonomia differenziata Stefano Bonaccini, candidato alla segreteria nazionale del Partito Democratico, intervenendo oggi alla convention del Pd in corso ai Cantieri teatrali Koreja di Lecce.
«La proposta di autonomia differenziata che anche il Pd ha avanzato a livello nazionale con un lavoro che abbiamo fatto io, Michele Emiliano e Vincenzo De Luca, è ormai coincidente – spiega il presidente della Regione Emilia Romagna – e non dice “no” a prescindere, anche perché sarebbe un regalo alla Lega e alla destra, ma pone delle condizioni ben precise». Un’autonomia differenziata che, nelle intenzioni di Bonaccini, potrebbe diventare «un’occasione per ridurre la burocrazia che sta uccidendo la nazione e i territori e soprattutto per programmare meglio risorse e investimenti. Ovviamente la proposta va rivista e concordata».
Il riferimento è alla Conferenza delle Regioni, l’organismo di coordinamento politico e confronto fra i presidenti delle giunte regionali e delle province autonome; e come ricorda Bonaccini «nell’ultimo incontro, alla presenza del ministro Calderoli, quando io e Michele Emiliano siamo intervenuti, abbiamo ottenuto gli apprezzamenti di altri presidenti di Regioni del Sud anche governate dal centrodestra».
Anche sulla bozza “Calderoli” Bonaccini ha mantenuto fermo il punto: «Non va bene innanzitutto perché non è condivisa con la Conferenza delle Regioni, cosa che noi avevamo chiesto – continua il presidente – Pochi anni fa, quando il ministro agli Affari regionali era Francesco Boccia, io firmai a nome di tutte le Regioni il mio schema che, a grandi linee, ricalca le proposte che abbiamo avanzato in questo contesto. Per cui il Ministro è sì legittimato, a nome del governo, ad avanzare delle proposte, ma non può pretendere che queste vengano accettate a prescindere senza essere discusse solo perchè vengono dall’esecutivo. Peraltro, ho l’impressione – ha concluso Stefano Bonaccini – che dalle parti di Fratelli d’Italia questa proposta non piaccia molto, viste le reazioni anche di loro governatori».
Al centro della discussione sull’autonomia differenziata restano per Bonaccini i livelli essenziali delle prestazioni che vanno definiti i anticipo e il coinvolgimento del Parlamento per una legge-quadro che sia uguale per tutti. «Bisogna eliminare il tema dei residui fiscali che, se affrontati, significherebbe parlare di secessione e non di autonomia differenziata – conclude Bonaccini da Lecce – Bisogna togliere materie divisive come scuola e sanità che devono rimanere centrali, statali. Siamo un paese con venti istruzioni pubbliche diverse».

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