(Adnkronos) – Sale a 89 il numero dei militari morti nell’attacco ucraino contro il centro di addestramento russo di Makiivka, nella regione di Donetsk. Lo ha dichiarato il ministero della Difesa russo, secondo il quale è stato l’uso dei telefoni cellulari da parte del personale operativo del centro a permettere al nemico di localizzare il suo obiettivo e provocare la strage di soldati. Tra le vittime anche il vice comandante del reggimento, il tenente colonnello Bachurin, ha detto il ministero in una nota.
“È già evidente allo stato attuale che la causa principale dell’evento è stata l’attivazione e l’uso su larga scala, contrariamente al divieto, di telefoni personali da parte dei militari. Questo fattore ha permesso al nemico di prendere posizione e determinare le coordinate della posizione per lanciare un attacco missilistico. Attualmente sono state prese le misure necessarie per escludere tali tragici incidenti in futuro “, ha affermato il primo vice capo del principale dipartimento politico-militare delle forze armate russe Sergey Sevryukov.
L’attacco contro la scuola professionale, che ospita coscritti russi, è avvenuto poco dopo la mezzanotte del 1 gennaio. Lunedì il ministero della Difesa russo ha dichiarato che 63 militari sono stati uccisi a Makiivka quando l’Ucraina ha lanciato sei razzi con il sistema missilistico Himars, di fabbricazione statunitense, contro un edificio dove erano presenti soldati russi. Il ministero della Difesa di Mosca ha aggiornato il bilancio delle vittime dopo che altri corpi sono stati trovati sotto le macerie.
L’esercito ucraino aveva affermato che fino a circa 400 soldati russi erano stati uccisi e altri 300 feriti, e poi aveva detto che il numero esatto era “in fase di chiarimento”. In ogni caso, quella avvenuta a Capodanno rappresenterebbe una delle perdite maggiori per le forze di Mosca.
La reazione del ministero è arrivata tra la crescente rabbia di alcuni commentatori russi, che parlano sempre più apertamente di quella che considerano una campagna poco convinta in Ucraina. Ieri inoltre, in “una rara manifestazione di lutto e rabbia”, centinaia di persone hanno manifestato il loro dolore nella regione russa di Samara, da dove proveniva la maggior parte dei militari.