Tocca ad Alberto Fontana, ex portiere numero 1 del Bari, dal ’93 al ’97, esaminare la prima parte di campionato del ‘collega’ Elia Caprile, rivelazione del girone di andata dei biancorossi, e fresco dello stage in Nazionale dopo la chiamata di Roberto Mancini.
È nata una stella nella porta del Bari?
«Sì, ci sono tutti i presupposti, ma ovviamente deve continuare a lavorare come sta facendo. È inutile girarci intorno: secondo me, è il miglior portiere della serie B, almeno finora.»
Dalla C alla maglia di titolare in B con il Bari, scavalcando Frattali, se l’aspettava?
«No. Che fosse un profilo interessante si sapeva. Bravo Polito, i meriti sono suoi per aver portato in una piazza non facile come quella di Bari un ragazzo giovane e di grande prospettiva.»
A 21 anni il rischio di pesanti scottature è dietro l’angolo, ha qualche consiglio?
«Non bisogna mai pensare di aver imparato tutto, ma mantenere la voglia di mettersi in discussione e guardare quelli più bravi, per aggiungere sempre qualcosa.»
In quattro mesi il Bari, la convocazione in Under 21 e lo stage con la Nazionale maggiore: dove può arrivare Caprile?
«Questi traguardi sono la dimostrazione di un grandissimo potenziale. Può arrivare lontanissimo. Siamo di fronte ad un ragazzo che può scrivere pagine importantissime per il calcio italiano.»
Meglio crescere e consacrarsi con il Bari o “approfittare dei treni” pronti a passare, con viaggio in ‘prima classe’?
«Sono scelte personali. Dico solo che la continuità e la prospetta di giocare per un ragazzo della sua età sono fondamentali.»
Quali sono i punti di forza di Caprile?
«Ha grandi doti atletiche e fisiche, ma quel che mi è piaciuto di più è il suo atteggiamento: è entrato in punta di piedi; non è uno di quelli esaltati. Credo che questo lo abbia aiutato a guadagnarsi la stima di quelli più ‘anziani’. Non sono un amante del portiere che sgrida i compagni o che fa sceneggiate. Quando c’è da prendere in mano la situazione lo fa, ma senza essere isterico. È entrato bene, nel modo giusto: credo sia una grandissima dote, vista la sua giovane età, e che lo aiuterà tantissimo.»
Dove può migliorare?
«Un portiere deve sempre migliorare nelle piccole cose e nei dettagli. L’esperienza e le partite giocate devono sempre aggiungere un tassello e darti ‘l’antidoto’. Poi serve avere la curiosità e la voglia di diventare sempre più bravo. Ma ho la sensazione che Caprile abbia tutto questo».
La parata dell’anno?
«Mi viene in mente Perugia, ma ha compiuto tanti grandi interventi. Ciò che apprezzo maggiormente è la sua gestione della partita. La grande parata la possono fare in tanti, ma la gestione dei 95 minuti è più difficile».
Le ricorda un portiere del passato del Bari, partendo da lei, o della storia del calcio?
«Del Bari no. La sua fisicità e presenza mi sembrano adeguate al calcio moderno. In tante cose penso a Meret: credo sia un grande complimento, perché il portiere del Napoli è un ragazzo dal potenziale incredibile».
Voto finale?
«È un portiere di gran bella presenza, sicuro e umile. Quindi il mio voto è 9, con una postilla: di non adagiarsi mai.»
E il Bari, dove può arrivare?
«È una serie B fantastica, non c’è nessuna partita dall’esito scontato. Il Bari può giocarsi le sue carte fino alla fine, in un torneo che però è difficilissimo ed equilibrato.»
Come valuta la prima parte di stagione?
«Ottima. Ha dimostrato nonostante il salto di avere un organico per ambire alla A. Ha riportato 50mila persone allo stadio. Complimenti a società, direttore, mister, giocatori, a tutti. Riaccendere l’entusiasmo in una piazza come Bari è un ottimo presupposto. Ma c’è un girone da giocare: bisogna essere contenti, senza pensare di avere tagliato il traguardo».
Quarto, a pochi passi dalla promozione, con il mercato di gennaio alle porte: varrebbe la pena provarci per il ‘grande salto’?
«La società non può dirlo, perché è giusto non creare aspettative, ma credo che il pensierino ce l’abbia in testa. Sono convinto che la proprietà ci speri e ci proverà, nel modo giusto, senza fare troppi proclami; lo trovo un modo intelligente».