«La mia sensazione è che il solito pendolo si stia spostando, e che stiamo passando da un’ondata ipersicuritaria a un’ondata in cui si ignorano questi profili». Il presidente della Corte d’appello di Bari, Franco Cassano, è al lavoro come i suoi 25 colleghi, per quantificare con precisione i fascicoli e adeguarsi alle nuove norme. Con tutti i problemi che ne derivano.
Presidente, che accadrà alle centinaia di fascicoli relativi ai furti nel Distretto?
«Per ora è in corso la quantificazione, ogni sezione della Corte d’appello sta esaminando la situazione».
Poi?
«Poi bisognerà far partire immediatamente alla polizia giudiziaria la richiesta di informativa. Bisognerà ricercare le vittime, ma non tutte sono facilmente individuabili».
Servirà più forza lavoro per la polizia giudiziaria?
«È un problema serio, che occuperà le forze dell’ordine in un lavoro complesso, che si sa nemmeno se sarà concluso in tempi utili. La conseguenza sarà che molti reati non saranno perseguibili per difetto di querela».
Come mai?
«Sono le ragioni del solito pendolo, da sempre oscillante. Veniamo da un periodo in cui c’è stata l’ondata ipersicuritaria, e ora il rischio è che alcune situazioni non vengano adeguatamente punite».
C’è altro?
«Non è nemmeno chiaro cosa accadrà in relazione alle richieste, inviateci dalla Corte di Cassazione, di procedere alla ricerca e all’avviso di presentazione della querela. Abbiamo già, in Corte d’appello, dei casi che sollevano problemi complessi».
C’è poi la situazione dei detenuti.
«La questione riguarda soprattutto chi è ristretto, che in attesa dei tempi per la ricerca dei querelanti, potrebbe tornare in libertà».
Una specie di svuotacarceri, dunque.
«Ripeto, il pendolo oscilla costantemente. Si passa dal falò, dal rave, allo svuotacarceri. Funziona così, da tempo, non c’è nulla da rappresentare, è tutto così chiaro».
Cosa fare allora?
«Lo capiremo nelle prossime ore, quello che è davvero importante è avere la consapevolezza dei procedimenti coinvolti dalla riforma, per far partire subito la richiesta di informativa e l’avviso della necessità di presentare querela».
Avete esposto il problema al ministro?
«Lo ha fatto l’Anm, con un documento, non spetta a noi farlo. Il fatto è che non è questo l’unico problema, ce ne sono veramente tanti, tante le questioni applicative della norma».
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