Nel corso del 2022 la Puglia ha perso il 21% della produzione e il 6,2% del valore. Nonostante grandinate, gelate, tornado, siccità e nubifragi la Regione ha comunque superato i tre miliardi di euro di produzione lorda vendibile.
La stima è emersa nel corso della conferenza stampa di fine anno organizzata da Coldiretti Puglia per tracciare il bilancio del 2022.
A mettere a rischio il settore sono stati gli eventi climatici estremi, con la siccità che ha fatto perdere in media un terzo delle produzioni. In particolare è andato perso il 50% delle olive e il 35% della frutta e della verdura, del grano, delle foraggere per l’alimentazione del bestiame, del miele e del pomodoro.
Ad aiutare il settore è stata soprattutto la rivoluzione digitale, con gli investimenti in droni, gps, robot, software e internet delle cose che hanno raggiunto i 650 milioni di euro con l’obiettivo di combattere proprio i cambiamenti climatici, salvare l’ambiente e aumentare la produttività.
Coldiretti ha ricordato anche che l’agricoltura contribuisce alla formazione del Pil regionale in misura percentuale doppia rispetto alle altre Regioni d’Italia, con le assunzioni di manodopera agricola pari a un terzo di quelle effettuate a livello nazionale. In questo contesto, Coldiretti definisce «importante» l’arrivo del nuovo sistema di prestazioni occasionali che sostituisce i vecchi voucher, «perché introduce una rilevante semplificazione burocratica per salvare i raccolti e garantire nuove opportunità di reddito in un momento particolarmente difficile, con la Puglia che conta oltre 170mila operai agricoli stagionali».
Per quanto riguarda i costi di produzione sono aumentati soprattutto per via dell’incremento dei prezzi dei fertilizzanti, il cui listino è più che raddoppiato. L’urea è balzata a 1.100 euro a tonnellata contro i 540 euro dello scorso anno, mentre il perfosfato è passato da 185 agli attuali 470 euro a tonnellata e i concimi a contenuto di potassio sono schizzati da 455 a 1005 euro/tonnellata. Questo tsunami, innescato dalla guerra fra Russia e Ucraina, si è abbattuto sulle aziende agricole pugliesi con rincari per gli acquisti di concimi, imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari che stanno mettendo in crisi i bilanci.
Secondo Coldiretti, nelle campagne si registrano aumenti dei costi che vanno dal più 170% dei concimi al più 90% dei mangimi, al più 129% per il gasolio, con la produzione agricola e quella alimentare che nella Regione assorbono oltre il 10,3% dei 5,578 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio all’anno dei consumi totali. In difficoltà è l’intera filiera che si trova a fronteggiare aumenti unilaterali da parte dei fornitori di imballaggi come il vetro, che costa oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno. Si registra però un incremento del 15% anche per il tetrapack, del 35% per le etichette, del 45% per il cartone, del 60% per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al 70% per la plastica.