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San Giovanni Rotondo, asportate due enormi masse tumorali a una 40enne a Casa Sollievo della Sofferenza

Due enormi masse tumorali sono state asportate ad una donna di 40 anni della provincia di Avellino giunta al Pronto soccorso dell’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo con forti dolori ed un accentuato gonfiore addominale. La donna è stata sottoposta a Tac, gastroscopia e colonscopia ed è stata poi portata in sala…

Due enormi masse tumorali sono state asportate ad una donna di 40 anni della provincia di Avellino giunta al Pronto soccorso dell’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo con forti dolori ed un accentuato gonfiore addominale.

La donna è stata sottoposta a Tac, gastroscopia e colonscopia ed è stata poi portata in sala operatoria per l’intervento chirurgico che ha permesso l’asportazione delle due masse, localizzate sulle ovaie.

Le due masse, che misuravano più di circa 35 centimetri di altezza, 30 di larghezza e più di 10 di profondità, oltre ad aver provocato una compressione agli organi addominali, avevano causato una dilatazione dei reni e un danno circolatorio con una conseguente ipertensione arteriosa paradossa, perché ostacolavano il ritorno del sangue dagli arti inferiori al cuore con un sovraccarico notevole del lavoro cardiaco.

Dalle analisi di laboratorio effettuate in Anatomia patologica, le due neoplasie sono state successivamente identificate come “teratomi” o cisti dermoidi, un tipo di tumore benigno che si localizza prevalentemente a carico delle ovaie. La donna è stata dimessa in buone condizioni dopo tre giorni dall’intervento.

«Faccio la chirurga dal 1998 ma un caso simile non mi era mai capitato», ha spiegato Annamaria Maglione, medico responsabile dell’unità dipartimentale di Chirurgia ginecologica dell’Irccs Casa Sollievo della Sofferenza, che ha eseguito l’intervento assieme al chirurgo Raffaele Faioli, all’anestesista Tiziana Palladino, alle strumentiste di sala operatoria, con il supporto del personale infermieristico, ostetrico e Oss. «Durante l’intervento, che è durato all’incirca due ore, le difficoltà maggiori sono state scongiurare il rischio emorragico causato dalla consistente vascolarizzazione delle due masse, e le aderenze addominali. Ciò che ci ha molto stupito era la posizione del fegato, dello stomaco e della cistifellea, schiacciati in alto sotto al costato in uno stato di compressione molto evidente».

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