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Inaugurato a Bari il primo ambulatorio pubblico per il trattamento della vulvodinia – VIDEO

«Quello di oggi è un altro presidio della medicina di genere che nasce in Puglia, uno dei primi in Italia», lo ha detto il presidente della Regione, Michele Emiliano, inaugurando questa mattina all’ospedale San Paolo di Bari il primo ambulatorio del Servizio sanitario pubblico italiano per il trattamento della vulvodinia. Si tratta di una patologia…

«Quello di oggi è un altro presidio della medicina di genere che nasce in Puglia, uno dei primi in Italia», lo ha detto il presidente della Regione, Michele Emiliano, inaugurando questa mattina all’ospedale San Paolo di Bari il primo ambulatorio del Servizio sanitario pubblico italiano per il trattamento della vulvodinia.

Si tratta di una patologia dal forte impatto clinico e sociale che si sostanzia in un dolore correlato a vulva o vagina: è ancora poco conosciuta e sottostimata ma già abbastanza diffusa nella popolazione femminile, tanto da essere diventata di recente oggetto di una proposta di legge nazionale mirata al riconoscimento di vulvodinia e neuropatia del pudendo come malattie croniche e invalidanti nei Livelli essenziali di assistenza (LEA).

Spesso la vulvodinia colpisce donne molto giovani e viene diagnosticata con un ritardo che può arrivare in molti casi anche a 12 anni. Da qui l’esigenza da parte della Asl di Bari di istituire un ambulatorio specialistico pubblico denominato Ambulatorio del Benessere Pelvico Perineale Femminilem, afferente alla Unità operativa complessa di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale San Paolo a Bari.

«Qui all’ospedale San Paolo – ha proseguito Emiliano – prende vita un nuovo polo di eccellenza per la salute delle donne, per patologie rispetto alle quali sono ancora pochissimi i riferimenti nelle strutture pubbliche del nostro Paese. La medicina di genere mette a disposizione delle donne tutto ciò che serve loro per vivere in salute, per noi quindi si realizza un altro importante obiettivo in questa direzione».

Sull’apertura del nuovo centro della Asl è intervenuta anche la presidente del Consiglio regionale della Puglia, Loredana Capone, che insieme al consigliere Marco Galante, ha scritto e depositato una mozione che impegna la Giunta regionale a farsi portavoce verso il Governo nazionale dell’urgenza di riconoscere non solo vulvodinia e neuropatia del pudendo, ma anche endometriosi, adenomiosi e fibromialgia come malattie invalidanti, che danno diritto all’esenzione dalla partecipazione al costo per le prestazioni sanitarie. La mozione punta all’individuazione sul territorio nazionale sia di strutture sanitarie pubbliche idonee alla diagnosi e alla riabilitazione, sia di centri di ricerca per lo studio e la formazione continui. «Ma c’è di più – ha fatto sapere Loredana Capone – perché insieme ai rettori delle Università pugliesi stiamo lavorando a un percorso di formazione all’interno delle strutture universitarie, perché i sintomi possano essere immediatamente riconosciuti e perché chi ne è affetto non si senta più solo e diverso».

A testimoniare la propria esperienza, la paziente attivista Chiara Natale, membro del Comitato vulvodinia e neuropatia del pudendo nato a giugno del 2021 con l’obiettivo, insieme ad associazioni, medici e pazienti, di far riconoscere queste patologie tra i LEA. «Il primo ambulatorio pubblico che si occupa di vulvodinia – ha commentato Natale – è come oro colato per noi, curarsi è costoso, quindi sapere che, da oggi, tra l’altro al Sud, quindi è un valore aggiunto, c’è un punto di riferimento strutturato, è fondamentale, e ci auguriamo che faccia da esempio replicabile non solo in Puglia ma anche in altre regioni».

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