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Covid legato a tachicardia, rari casi dopo vaccino: lo studio

(Adnkronos) - Il rischio di tachicardia legata al covid è nettamente superiore a quello legato al vaccino. Ricercatori dello Smidt Heart Institute americano hanno dimostrato un legame tra Covid-19 e la tachicardia posturale ortostatica (Pots), una cardiopatia invalidante che colpisce più spesso le donne in età fertile e si manifesta con un rapido aumento del battiti del…

(Adnkronos) – Il rischio di tachicardia legata al covid è nettamente superiore a quello legato al vaccino. Ricercatori dello Smidt Heart Institute americano hanno dimostrato un legame tra Covid-19 e la tachicardia posturale ortostatica (Pots), una cardiopatia invalidante che colpisce più spesso le donne in età fertile e si manifesta con un rapido aumento del battiti del cuore entro i 10 minuti successivi l’essere passati dalla posizione sdraiata a quella eretta. La frequenza cardiaca può superare i 120 battiti al minuto e tra i sintomi ci possono essere svenimento, vertigini, affaticamento, emicrania, aumento della minzione, sudore alle estremità, ansia e tremore. Anche una piccola percentuale di vaccinati contro Sars-CoV-2 possono sviluppare questa condizione nei 3 mesi dopo l’iniezione, ma fra chi si ammala di Covid la probabilità di Pots è 5 volte superiore che nel post-vaccinazione, precisano gli autori dello studio, pubblicato su ‘Nature Cardiovascular Research’.  

Gli scienziati confermano quindi l’importanza della vaccinazione: “Il messaggio principale – spiega Alan C. Kwan, primo autore e autore corrispondente del lavoro – è che mentre osserviamo un possibile legame tra vaccinazione anti-Covid e Pots, prevenire la malattia vaccinandosi resta comunque il modo migliore per ridurre il rischio” di questa forma di tachicardia. 

Dall’analisi di oltre 280mila pazienti vaccinati contro il coronavirus pandemico e di oltre 12mila contagiati da Covid-19, i ricercatori hanno osservato che “le probabilità di sviluppare Pots sono più alte nei 90 giorni dopo l’esposizione al vaccino rispetto ai 90 giorni precedenti l’esposizione”, riferisce Kwan, anche se “i tassi di Pots dopo vaccinazione erano molto inferiori a quelli post-malattia”. Questo indica “una possibile, ma ancora relativamente debole, associazione tra vaccinazione Covid-19 e Pots”.  

Conclude l’autore: “Come medici riconosciamo che gli effetti collaterali dei vaccini possono variare per tipologia e gravità, anche se nel complesso restano rari. Ci auguriamo che dati più chiari e una migliore comprensione” di questi eventi “possano migliorare la fiducia, la qualità delle cure e la comunicazione sui vaccini”, con l’obiettivo finale di “ottimizzare l’aderenza alla vaccinazione”. 

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