(Adnkronos) – Le polemiche di queste ore sull’autonomia di Bankitalia riportano in primo piano le peculiarità della banca centrale, il suo Statuto e il suo ruolo nel sistema europeo delle banche centrali, e quindi il suo rapporto con la Bce. Le parole di ieri, a caldo, del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianbattista Fazzolari, hanno riaperto un dibattito che sembrava ormai archiviato. Ha parlato di “Bankitalia partecipata da banche private” e di una visione diversa da quella della Bce, che ha ribadito come “la banconota è l’unica moneta a corso legale”. Oggi, a mente più fredda, sempre ascoltando le parole di Fazzolari, resiste solo la seconda obiezione: “Bankitalia ha una visione, che è quella di incentivare la moneta elettronica, è una visione legittima ma è figlia di un percorso, di una visione che è di Bankitalia. Non è la stessa visione, ad esempio, che ha la Bce”. Alla prima obiezione, Bankitalia espressione delle banche, risponde lo Statuto di Via Nazionale.
Di chi è la Bankitalia La Banca d’Italia è istituto di diritto pubblico. Nell’esercizio delle proprie funzioni e nella gestione delle proprie finanze, la Banca d’Italia e i componenti dei suoi organi operano con autonomia e indipendenza nel rispetto del principio di trasparenza, e non possono sollecitare o accettare istruzioni da altri soggetti pubblici e privati. Il capitale della Banca d’Italia è di 7.500.000.000 euro ed è rappresentato da 300.000 quote nominative di partecipazione del valore nominale di 25.000 euro ciascuna. Le quote di partecipazione possono appartenere esclusivamente a banche aventi sede legale e amministrazione centrale in Italia; imprese di assicurazione e riassicurazione aventi sede legale e amministrazione centrale in Italia; fondazioni di origine bancaria; enti ed istituti di previdenza ed assicurazione aventi sede legale in Italia e fondi pensione. Nessuno dei partecipanti al capitale, banche incluse, può avere voce in capitolo sulla gestione. La nomina del Governatore è di origine politica. Avviene con decreto del presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei ministri e sentito il Consiglio Superiore della Banca.
Che rapporto hanno Bankitalia e Bce? Bankitalia, quale banca centrale della Repubblica italiana, è parte integrante del Sistema europeo di banche centrali (Sebc). Svolge i compiti e le funzioni che in tale qualità le competono, nel rispetto dello statuto del Sebc. Persegue gli obiettivi assegnati al Sebc ai sensi del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea.
Bankitalia e Bce hanno posizioni diverse sul contante? Sul sito della Banca d’Italia è spiegata con estrema chiarezza la differenza che c’è tra contante e moneta digitale, quella che si scambia con i pagamenti effettuati mediante carte e bancomat: “Il contante, emesso e stampato dalla banca centrale, è moneta pubblica ed è moneta legale: deve essere obbligatoriamente accettata in cambio di beni e servizi. Nei conti correnti c’è, invece, moneta privata emessa dalle banche. La moneta privata è accettata ovunque, come il contante, perché le banche e gli altri intermediari sono obbligati a convertirla, su richiesta, in moneta pubblica: possiamo prelevare le banconote agli sportelli quando ne abbiamo bisogno. Per questo motivo, le due tipologie di moneta sono praticamente equivalenti”. La Bce, e in questo caso il sito che riporta questa posizione è quello della banca centrale europea, si esprime così: “Il contante è una parte importante della tua libertà di scegliere come pagare ed è essenziale per l’inclusione finanziaria di tutti i gruppi della società. La nostra strategia per il contante è intesa a garantire la sua ampia disponibilità e accettazione come strumento di pagamento e come riserva di valore”. La Banca centrale europea pensa però all’introduzione di un Euro digitale in una strategia tutt’altro che contraria ai pagamenti digitali: “Stiamo pensando di introdurre una valuta digitale della banca centrale in Europa per rispondere alla crescente domanda di pagamenti elettronici sicuri e affidabili. Una moneta digitale emessa dalla banca centrale sarebbe un’ancora di stabilità per il sistema monetario e quello dei pagamenti. Un euro digitale rafforzerebbe anche la sovranità monetaria dell’area dell’euro e la concorrenza e l’efficienza del settore dei pagamenti europeo”.