SEZIONI
SEZIONI
Bari
Sfoglia il giornale di oggiAbbonati

Iran, Alessia Piperno: “La mia compagna di cella condannata a morte”

(Adnkronos) - "Fahimeh è stata la mia compagna di cella per 34 giorni. Un giorno è uscita dalla cella per andare in infermeria, e non è più tornata". Alessia Piperno, la travel blogger romana rimasta in carcere in Iran per 45 giorni, racconta così su suo profilo Instagram la storia di Fahimeh Karimi, allenatrice di…

(Adnkronos) – “Fahimeh è stata la mia compagna di cella per 34 giorni. Un giorno è uscita dalla cella per andare in infermeria, e non è più tornata”. Alessia Piperno, la travel blogger romana rimasta in carcere in Iran per 45 giorni, racconta così su suo profilo Instagram la storia di Fahimeh Karimi, allenatrice di pallavolo e mamma di tre figli, condannata a morte per avere dato un calcio a un pasdaran. 

“Tra di noi non ci sono state grandi conversazioni, dal momento che io non parlavo farsi e lei non parlava inglese – scrive la 30enne – Ma eravamo unite dallo stesso dolore e dalle stesse paure. Ho cercato il suo nome ogni giorno da quando sono tornata, per controllare se avessero liberato anche lei. Invece mi sono trovata davanti a un articolo con il suo volto con scritto ‘condannata a morte'”. 

Nel post Alessia racconta i momenti di vita quotidiana che insieme condividevano nel carcere di Evin. “Sei bianca come quel muro, sarà che a forza di guardarlo, ha mangiato i tuoi respiri. Siamo nascoste in un punto cieco qui, le tue urla sono come il silenzio, fai a pugni con la porta e calpesti le tue stesse lacrime. Ti canto Bella ciao, e tu ti metti a piangere, altre volte mi batti le mani. Vorrei dirti di più, ma che ti dico?Ho paura, anche io”, si legge. 

Alessia ha raccontato anche che Fahimeh urlava i nomi dei suoi tre figli “Fatimah, Athena, Mohammed”. E poi ha aggiunto: “Domani è un giorno nuovo, magari saremo libere, anche se si, hai ragione, te l’ho detto anche ieri. Arriva la pasticca che ci canterà la ninna nonna, ti prendo la mano, è quel poco che posso fare, metti la testa sotto la coperta, almeno lì le luci sono spente, guarda il cielo, le vedi anche tu le stelle? Buona notte Fahimeh”. “Cosa serve per fermare tutto questo? Cosa cazzo serve?”, si chiede infine la ragazza. 

 

 

ARGOMENTI

cronaca

CORRELATI

string(0) ""

Lascia un commento

Bentornato,
accedi al tuo account

Registrati

Tutte le news di Puglia e Basilicata a portata di click!