Un acceleratore di protoni per la cura del cancro, un nuovo veicolo spaziale in grado di migliorare l’osservazione della Terra, un nuovo centro di eccellenza nel campo della Bioinformatica.
Sono solo alcuni dei progetti realizzati in Puglia e destinatari dei fondi messi a disposizione dal Pon ricerca e innovazione 2014-2020, attivo in otto Regioni target del programma (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, Abruzzo, Molise e Sardegna). I risultati sono stati presentati oggi a Bari durante l’evento del PON Ricerca & Innovazione 2014-2020 sul tema “Dall’università all’impresa: la ricerca è innovazione”.
In totale sono 4mila le borse di dottorato finanziate, più di 2.600 invece i ricercatori supportati.
Proprio la Puglia è la seconda Regione per numero di borse di studio attivate nelle università, sono 180 fra i diversi Atenei, per un totale di oltre dieci milioni di euro di spesa certificata e oltre 24 milioni di euro impegnati. Su un totale di 400 attività di ricerca ammesse ai finanziamenti, 59 appartengono a università pugliesi per un importo di otto milioni 900mila euro. Sul fronte del potenziamento delle infrastrutture di ricerca, la Puglia è coinvolta in otto progetti su 18 (24 milioni di euro). Il pon interviene soprattutto in aree come aerospazio, salute e fabbrica intelligente. Anche in questi settori la Puglia è un’eccellenza: su 140 programmi finanziati, 58 provengono infatti da questa Regione. Uno, in particolare, quello al quale sono stati corrisposti 14,9 milioni di euro: Erha-Enhanced radiotherapy with hadrons. Ovvero un acceleratore di protoni lineare. Tecnologia unica al mondo interamente sviluppata in Italia, il cui primo prototipo vedrà la luce proprio in Puglia.
L’acceleratore di protoni lineare sarà in grado di trattare tumori profondi in età adulta che non possono essere operati perché troppo vicini a organi vitali. Entro il 2023, sarà sviluppato in un Irccs pugliese per ottenere la validazione ed essere poi utilizzato su larga scala. A mettere a punto il progetto LinearBeam, spin-off del Gruppo Itel, grazie ai finanziamenti del Pon ricerca e innovazione (14,9 milioni di euro in totale) e segnalato come “best practice” del programma 2014-2020. A differenza di quanto avviene oggi nell’ambito dell’adroterapia, la tecnologia Erha consentirà al paziente di essere raggiunto da un fascio di protoni fisso individuando con una precisione massima l’esatto punto da trattare e la dose di terapia da rilasciare, attraverso un sistema avanzato di rilascio della dose e con l’ausilio di un software di controllo e pianificazione del trattamento.
«A livello industriale si tratta di un acceleratore di protoni lineare che, però, offre un importante sbocco nella salute, per cui diventa una terapia – ha spiegato Leonardo Diaferia, presidente del gruppo Itel per il progetto Erha -. Nel 2023 transiteremo questa tecnologia in un istituto Irccs pugliese perché ne venga validato l’uso clinico. Una volta ottenuta la validazione, il percorso di mercato sarà veloce», ha concluso.
«L’incontro fra mondo dell’università e delle imprese è di fondamentale importanza – ha detto collegata da remoto Marcella Panucci, capo di Gabinetto del ministero dell’Università e della ricerca -. La Puglia ha fatto moltissimo in termini di trasformazione della ricerca in innovazione. Solo quando la scienza incontra le imprese è possibile produrre risultati concreti che rendono l’Italia un Paese competitivo a livello globale».