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Benzina, stop agli sconti. Gli automobilisti sul piede di guerra

La rimodulazione del taglio delle accise sui carburanti, entrata in vigore da ieri e attiva fino al 31 dicembre 2022 (salvo ulteriori decisioni da parte del Governo Meloni), ha avuto effetti immediati sul prezzo di benzina, diesel e Gpl ai distributori. Gli operatori hanno adeguato immediatamente il costo dei tre carburanti, dunque, per tenere conto…

La rimodulazione del taglio delle accise sui carburanti, entrata in vigore da ieri e attiva fino al 31 dicembre 2022 (salvo ulteriori decisioni da parte del Governo Meloni), ha avuto effetti immediati sul prezzo di benzina, diesel e Gpl ai distributori.

Gli operatori hanno adeguato immediatamente il costo dei tre carburanti, dunque, per tenere conto delle nuove aliquote comprensive di Iva. Da ieri, infatti, le accise sulla benzina sono salite da 47,84 a 57,84 centesimi al litro, quelle sul gasolio da 36,74 a 46,74 euro al litro, quelle sul Gpl da 18,26 a 26,67 centesimi al litro. Resta ancora attivo l’azzeramento dell’accisa sul metano auto e il congelamento dell’Iva al 5%. Considerato che sulle accise si applica anche l’Iva al 22 per cento, l’aumento del prezzo alla pompa per benzina e diesel sarà di 12,2 centesimi al litro.

Il provvedimento precedente, attivo invece a partire da marzo scorso e deciso dal precedente governo guidato da Mario Draghi, prevedeva un taglio delle accise pari a 25 centesimi al litro, che diventavano 30 comprensivi di Iva. Ancora maggiore è il costo della benzina in modalità self service, che in base agli ultimi dati settimanali del ministero dell’Ambiente, arriverà a superare quota 1,8 euro, arrivando vicino a 1,9 euro al litro. Mentre il gasolio sfiorerà addirittura la soglia dei 2 euro, raggiungendo i 1,971 euro al litro. Va ricordato che i distributori e i benzinai hanno un margine di azione molto limitato sul prezzo dei carburanti al pubblico, più della metà del costo di questi ultimi dipende proprio dalle accise e dall’Iva. Il prezzo industriale dei carburanti (tolta la parte fiscale) si compone per due terzi sul valore della materia prima e per un terzo dal margine lordo che serve a remunerare tutti i restanti passaggi della filiera.

«Ci sono delle misure temporanee che in tempi eccezionali possono e devono funzionare – spiega l’avvocato Antonio Pinto di Confconsumatori – ma è ovvio che a un certo punto debbano cessare e l’economia camminare da sola. Il bilancio dello Stato si è adagiato sulla circostanza per cui il prezzo del litro di benzina è fonte di cassa da almeno 50 anni. È un modo per compensare anche l’evasione fiscale visto che il rifornimento lo fanno tutti, contribuenti in regola e non».

I prezzi attuali dei carburanti, in ogni caso, sono tornati più o meno ai valori che avevano pre-Covid, e le misure straordinarie che sono state messe in campo lo scorso marzo sono servite a impedire che il costo della benzina sfondasse il tetto dei due euro al litro.

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