La sensazione che si prova leggendo i dati dell’ultimo bollettino di Anpal – UnionCamere, su sistema informativo Excelsior, è che le imprese baresi stiano stringendo i denti per passare il freddo inverno, in tutti i sensi, e che quindi non pensino ad assumere se non in caso di necessità. Cala il numero dei posti di lavoro offerti nell’area di Bari per il prossimo trimestre novembre-gennaio, dai 34mila del precedente bollettino ai 27.320 dell’ultimo. Il metodo di rilevamento adottato dal sistema informativo chiede direttamente alle imprese di segnalare quali e quante figure necessitino in organigramma. Questo vuol dire, innanzitutto, che potrebbe non trattarsi di piani di sviluppo assunzionale ma di semplice turn over. Sono 6.070, il numero maggiore in assoluto, le figure ricercate nell’ambito dei servizi alle imprese e alle persone, conferma di un’economia che si va sempre più spostando verso il terziario. Sono solo 1.410, infatti, i posti offerti dall’industria locale. Altri aspetti interessanti riguardano la tipologia contrattuale delle proposte, naturalmente in maggioranza (68% in media) si tratta di contratti a tempo determinato, con un picco del 93% nel turismo. Nel settore delle costruzioni le offerte con la maggiore percentuale di intenzione di assunzione, rispetto a collaborazioni esterne, con il 93,5% e 4.230 elementi in numeri assoluti.
«Sono gli effetti della congiuntura economica dovuta a guerra e rincari – esordisce Sergio Ventricelli, presidente di Confimi Puglia – Fino a quando abbiamo goduto dell’onda lunga del prolungamento dell’estate, abbiamo retto grazie al turismo. Oggi che bisognerebbe lavorare nelle fabbriche, evidentemente, non ci sono commesse tali da spingere le imprese a fare investimenti sul futuro, assumendo personale, ancor meno a tempo indeterminato».
Anche il segretario generale della Cisl Bari-Bat, Giuseppe Boccuzzi, insiste sul momento difficile e fornisce una lettura diversa dei numeri del bollettino: «Anche quelle 27mila figure ricercate, spesso sono la risposta a una mancanza contingente piuttosto che il risultato di un piano di sviluppo. Le imprese sentono le criticità del momento e aspettano, non si espongono e il mercato del lavoro rimane in stagnazione. Lo dimostra il fatto che i numeri impressionanti di disoccupati e neet a Bari non si schioda da 15 e 12mila».
Anche i dati del turismo raccontano un tessuto imprenditoriale che non investe in forza lavoro. Spiega Francesco Caizzi, presidente di Federalberghi Puglia, che non si tratta di un fulmine a ciel sereno: «È ormai qualche anno che riscontriamo difficoltà nel trovare personale nel momento natalizio. Fondamentalmente si lavora poco a Natale e dopo l’estate c’è un vistoso calo, soprattutto per le assunzioni a tempo indeterminato». Per Caizzi bisogna che la nottata passi: «Arrivare indenni a marzo-aprile, sperando che il Covid sia finito e, modificare il reddito di cittadinanza in favore solo di chi ne ha davvero bisogno, non per i giovani fino a 35 anni».