In un video postato qualche giorno fa sui social si vedono chiaramente due vittime di omicidi compiuti a distanza di poche settimane a Foggia mentre ballano insieme in una sorta di trenino nel corridoio di un appartamento con altre persone.
Si tratta di Nicola Di Rienzo, di 21 anni, ucciso la sera di domenica scorsa a Foggia da un 17enne con il quale aveva presumibilmente in comune affari illeciti, e di Agostino Corvino, pregiudicato e venditore ambulante di frutta e verdura ucciso davanti ad un chiosco la sera del 3 novembre mentre festeggiava il suo 50esimo compleanno.
Il video è stato postato da un’amica di Di Rienzo che ha allegato la didascalia “Riposa in pace e salutami a zio”.
Di Rienzo e Corvino sarebbero lontani parenti. Le immagini del ballo ripreso da uno smartphone stanno facendo il giro del web.
Intanto è emerso che Di Rienzo aveva con sé, nascosto negli slip, un tirapugni con lama a scatto. Ieri il gip del Tribunale per i minorenni di Bari ha disposto la permanenza in carcere del 17enne che gli avrebbe sparato cinque colpi di pistola con l’accusa di omicidio volontario. Il giovane, nel corso dell’interrogatorio, aveva dichiarato al pm di essere andato all’appuntamento con Di Rienzo armato per spaventarlo, perché aveva saputo che la vittima aveva accoltellato alla gamba un giovane qualche giorno prima.
Quest’ultimo è stato ascoltato dagli inquirenti ai quali ha dichiarato che si era trattato di uno scherzo e che poi, lui e Di Rienzo, si erano chiariti.
Domenica scorsa la vittima ha incontrato davanti allo stadio comunale il 17enne che qui gli avrebbe mostrato la pistola. Dopo si sono entrambi spostati nei giardinetti pubblici di via Saragat dove la discussione è degenerata fino a quando, durante un breve inseguimento, il 17enne ha sparato a Di Rienzo. Gli investigatori della mobile hanno parlato di contrasti legati ad affari illeciti.
L’indagato ha raccontato che da giorni la vittima minacciava di morte lui e la sua famiglia perché «avrebbe dovuto corrispondergli la cifra di 500 euro mensili per poter continuare a svolgere i suoi reati predatori». E ha aggiunto che qualche giorno prima la vittima lo aveva colpito con un manganello. Molti dubbi restano sulla versione fornita dall’indagato. Qualche ora prima di commettere il delitto il 17enne avrebbe scritto sui social un post in cui avrebbe inneggiato ad una sorta di vendetta per le minacce ricevute. La questura ha evidenziato in una nota che il minorenne «risulta già ben inserito in un contesto dedito alla commissione di reati».