È possibile trovare lavoro e fare progetti di vita indipendente per giovani adulti con autismo? Da Barletta arriva una bella storia e una risposta positiva.
Anche i ragazzi con autismo possono entrare nel mondo del lavoro e trovare una indipendenza economica. «Posso affermarlo con rinnovata convinzione dopo aver conosciuto i ragazzi della cooperativa WorkAut di Barletta insieme ai loro genitori», afferma l’europarlamentare Chiara Gemma, da sempre in sede europea in prima fila per i diritti delle persone con disabilità e artefice di numerose interrogazioni sul tema, l’ultima delle quali sulla situazione relativa al superamento delle barriere architettoniche all’interno dell’Unione europea.
Gemma si è dunque recata nella sede di Barletta nei giorni scorsi. «Quella di Workaut è una sfida su tutti i fronti. Il progetto – una cooperativa di tipo B di produzione e lavoro tra giovani adulti con autismo – è un mosaico di anime che, con pazienza e tanta dedizione, si sta componendo, giorno dopo giorno».
Finora sono diverse le esperienze portate avanti dall’iniziativa: dal confezionamento di prodotti in aziende di distribuzione ai pacchi natalizi, fino alle guide turistiche nei musei e cattedrali, d’intesa con il Comune di Barletta e Comune di Trani e città limitrofe. Tutte attività di potenziale occupazione per i ragazzi, precedute da una fase di formazione ad hoc prima di entrare sul posto di lavoro. «I soci, i ragazzi Luigi, Alessandro, Mirko e Alessandra, mi hanno raccontato che parte del loro primo stipendio lo hanno destinato a dei regali per i propri genitori – prosegue Gemma – un gesto che evidenzia l’importanza di trovare un lavoro, cercare di essere autonomi e dare forma alla parola dignità».
Stefania Grimaldi, Presidente di WorkAut e madre di Andrea, ragazzo con autismo, non nasconde l’entusiasmo per la visita dell’europarlamentare e spiega la natura del progetto: «L’urgenza di avviare percorsi di inserimento professionale retribuito per persone con autismo, maggiorenni e ormai fuori dal circuito scolastico – afferma la presidente – è stata sollevata da un gruppo di genitori speciali, associati al comitato Famiglie Insieme, proprio durante il lockdown che da dicembre 2020 ha interrotto tutte le attività e percorsi inclusivi. Il progetto WorkAut ha la finalità di dare visibilità e sottoporre all’attenzione delle imprese del territorio, le capacità lavorative di ragazzi con autismo. A distanza di soli dodici mesi dall’attivazione del progetto – conclude Grimaldi – abbiamo dimostrato che è assolutamente possibile».