Sono 396 i casi di danni alle colture agricole causati dai cinghiali in Puglia dal 2009, con un totale indennizzi pari a 528mila euro che solo in parte hanno risarcito la perdita dei raccolti e la distruzione di materiale subita. Complessivamente, nelle sei province pugliesi, gli incidenti automobilistici causati da cinghiali, dal 2009 al 2021, sono stati 331.
Sono alcuni dei dati elaborati dal dipartimento di Biologia dell’Università di Bari nell’ambito del “Piano di monitoraggio e gestione del cinghiale in Regione Puglia”.
«Crediamo sia giunto il momento che alcune associazioni ambientaliste e animaliste abbandonino un approccio puramente ideologico – dichiara Gennaro Sicolo, presidente Cia Agricoltori Italiani della Puglia -. A marzo scorso, a San Nicandro Garganico, uno dei migliori imprenditori agricoli pugliesi, Gino Turco, ha perso la vita in un incidente causato da un branco di cinghiali. Qualche giorno fa, un bambino di Castellaneta, nel Tarantino, stava per perdere l’uso di una mano a causa del morso di un grosso cinghiale. Nell’ultima settimana, branchi di ungulati hanno arrecato danni ai terreni agricoli nel Foggiano». Gli impatti maggiori sul comparto agricolo sembrerebbero interessare la provincia di Foggia, dove in media si registrano 63 eventi l’anno. Le somme annue di indennizzo più alte, invece, si registrano nelle provincie di Bari e BAT dove raggiungono mediamente i 62.600 euro l’anno con una media di 12 danni all’anno. Le province maggiormente interessante dagli incidenti automobilistici sono quelle di Bari (108 incidenti) e Foggia (95 incidenti), ma è la provincia di Taranto ad aver registrato l’incremento più alto passando da un solo caso nel 2015 a 27 episodi nel 2020.
«Serve la costituzione di una task-force regionale – dichiara Angelo Miano, presidente di CIA Capitanata -, affinché si giunga all’abbattimento selettivo e controllato dei capi, in alternativa possono essere utili la sterilizzazione e la eventuale realizzazione della filiera della carne di cinghiale».