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Ex Ilva, Urso: «In corso un confronto serrato. Governance da riequilibrare»

«Stiamo portando avanti un confronto serrato. Bisogna riequilibrare la governance perché lo Stato ci ha messo molto denaro, investirà ulteriori due miliardi, ma abbiamo il dovere di sapere come queste risorse vengono spese». Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso torna a parlare dei problemi legati al siderurgico di Taranto e,…

«Stiamo portando avanti un confronto serrato. Bisogna riequilibrare la governance perché lo Stato ci ha messo molto denaro, investirà ulteriori due miliardi, ma abbiamo il dovere di sapere come queste risorse vengono spese». Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso torna a parlare dei problemi legati al siderurgico di Taranto e, in particolare, del rapporto difficile con ArcelorMittal, socio privato in Acciaierie d’Italia. Quest’ultima, in qualità di gestore dello stabilimento, ha chiuso la porta in faccia a quasi tutte le aziende dell’indotto, mandando un segnale chiaro al Governo. I franco-indiani torneranno a confrontarsi con lo Stato, tramite Invitalia, nell’assemblea dei soci di venerdì prossimo.

È da Roma, però, che si attendono le decisioni più importanti. «Oggi la produzione dell’ex Ilva non è in grado di reggere uno stabilimento come quello che l’Italia merita», ha sottolineato Urso, facendo presagire un aumento della realizzazione di acciaio durante i prossimi anni. Dai sindacati, intanto, continua ad essere chiesto all’Esecutivo un atto di responsabilità, nazionalizzando Acciaierie d’Italia. «ArcelorMittal vada via. Siamo stanchi di essere illusi e violentati», ha affermato ieri a chiare lettere il coordinatore ionico della Uil, Pietro Pallini. «Le ragioni dello sciopero di Cgil, Cisl e Uil e delle categorie industria del 21 novembre – ha affermato è stato più che mai precursore ad assumere la netta posizione di allontanare definitivamente il gruppo indiano da Taranto. Abbiamo appreso anche l’ultimo sfregio di queste ore da parte della multinazionale nell’aver sospeso le aziende che eseguono pulizie di spogliatoi, refettori e mense all’interno dello stabilimento? Forse lo Stato – attacca il sindacalista – attende che succeda un altro incidente mortale visto che tra le 145 aziende sospese rientrano anche quelle della manutenzione degli impianti? O si attende forse che le gravi tensioni sociali di questi giorni sfocino in esasperazione?».

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