Non si fermano le reazioni della politica sullo stop decretato dal Tar di Puglia alla realizzazione del nodo ferroviario di Bari.
Dopo il presidente della Regione, Michele Emiliano, anche il sindaco di Bari, Antonio Decaro è tornato sul tema. «Ci sarà un ricorso da parte di Rfi e Regione perché il tribunale ha ordinato di rifare la procedura per l’autorizzazione paesaggistica che era il tema contestato dalle associazioni – I ricorsi sono legittimi, ed è legittimo che un tribunale emetta una sentenza. Ma su alcune opere pubbliche, come quelle finanziate con il Pnrr, se non si spendono le somme entro il 2026 si perde una straordinaria occasione per il nostro Paese». Tra Pnrr e fondi europei su Bari, in parte gestiti direttamente dal Comune e in parte da società come le Ferrovie, sono circa 3 i miliardi di euro che potrebbero avere un impatto sulla città e le sue infrastrutture. «Se non li utilizziamo sprechiamo una straordinaria possibilità», ha concluso Decaro.
Sul futuro dell’opera pubblica, negli scorsi giorni, è intervenuto anche il ministro Matteo Salvini, che si è dichiarato pronto a intervenire personalmente sul caso. A sostegno del loro leader si sono espressi anche il senatore e coordinatore regionale pugliese della Lega, Roberto Marti e il deputato Rossano Sasso. «Lo stop al nodo ferroviario di San Giorgio è una decisione assurda, che non solo mette a rischio i fondi del Pnrr già stanziati ma danneggia il futuro della Puglia – ha dichiarato Marti – Bene ha fatto il ministro Salvini ad attenzionare questa sentenza e prendere di petto la situazione. È inaccettabile che certi signori del no a tutto cerchino di fermare il progresso del Paese, ben venga la tutela ambientale ma non possiamo abbandonare progetti strategici importanti. La nostra terra di Puglia e tutto il Paese hanno assoluto bisogno di rinnovarsi e guardare al futuro con lungimiranza, certamente non di immobilismo e decrescita felice».
Per Sasso invece: «Dal ministro Salvini arriva un atto di responsabilità ed attenzione alle infrastrutture del Paese, Sud Italia compreso. Lo stop al nodo ferroviario è una decisione incomprensibile, perché ritarderebbe gravemente lo sviluppo della Puglia, oltre a mettere a repentaglio i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Chi è per il No a tutto si deve fare carico della responsabilità per i gravi ritardi che questa posizione oltranzista crea all’intero Paese: la tutela dell’ambiente è fuori discussione, ma non può essere utilizzata per bloccare a oltranza interventi su territori che attendono invece opere fondamentali per il loro sviluppo».