È rimasta senza risposta la richiesta di Cosimo Semeraro ad Acciaierie d’Italia, la società che gestisce il siderurgico di Taranto, di far suonare tutte le sirene dello stabilimento e fermare i lavoratori per due minuti per commemorare le vittime del lavoro, a dieci anni dal giorno in cui un tornado colpì duramente la fabbrica, abbattendo una gru e uccidendo un giovane lavoratore, Francesco Zaccaria. Semeraro, trent’anni da lavoratore del siderurgico dove ha contratto una malattia a causa dell’amianto, è presidente dell’associazione “12 giugno”, un nome che ricorda il giorno del 2003 in cui altri due lavoratori del siderurgico, Paolo Franco e Pasquale D’Ettorre, morirono schiacciati da una gigantesca gru. Così Semeraro ha deciso di ricordare ugualmente le morti bianche. Domani, nel primo pomeriggio, porterà in corteo davanti alla direzione della fabbrica una croce di legno di tre metri, con la scritta «sicurezza per non morire», uno striscione con i volti di chi ha perso la vita nella fabbrica negli anni recenti (tra loro Cosimo Massaro, anche lui precipitato in mare con una gru, Alessandro Morricella, investito dalla ghisa di un altoforno, Silvio Murri, caduto da un ponteggio, Giacomo Campo, giovane precario schiacciato da un rullo) e la banda di Talsano, che eseguirà marce funebri per due ore. Alle 16.41, l’ora in cui esattamente dieci anni fa l’Ilva fu colpita da un tornado, sarà eseguito il «silenzio», poi la «parata degli eroi» e infine l’inno nazionale. A suonare ci sarà anche il marito di Paola Clemente, la bracciante morta di fatica nelle campagne di Andria a luglio 2015.
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Di Flavia Di Maio25 Novembre 2024