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“Città che legge”: premiata di nuovo la rete “Bari Social Book”

Per la sesta volta Bari è “Città che legge”. Ad assegnare il riconoscimento è stato il Centro per il Libro e la Lettura (Cepell), che valorizza gli enti locali impegnati a svolgere con continuità sul proprio territorio delle politiche pubbliche di promozione della lettura. Si tratta di un’iniziativa, promossa dall’Anci e dal ministero dei Beni…

Per la sesta volta Bari è “Città che legge”. Ad assegnare il riconoscimento è stato il Centro per il Libro e la Lettura (Cepell), che valorizza gli enti locali impegnati a svolgere con continuità sul proprio territorio delle politiche pubbliche di promozione della lettura. Si tratta di un’iniziativa, promossa dall’Anci e dal ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, che mira a premiare e sostenere la crescita socio-culturale attraverso la diffusione della lettura come valore riconosciuto e condiviso, in grado di influenzare positivamente la qualità della vita individuale e collettiva.

A ricevere il riconoscimento è stata, di nuovo, la rete “Bari Social Book – luoghi sociali per leggere”, nata nel 2016 e promossa dall’assessorato al Welfare, che oggi conta un patrimonio di oltre 10mila libri e più di 200 realtà: «L’esperienza di Bari Social Book e il processo sociale e di comunità che abbiamo avviato sei anni fa – commenta l’assessora Francesca Bottalico – rappresentano una pratica virtuosa di welfare di comunità che non solo ha attivato una rete tra il welfare cittadino, il mondo culturale e le attività produttive, ma ha concretamente permesso di realizzare biblioteche di comunità e spazi sociali per leggere (oggi quasi 30) che rappresentano dei presìdi territoriali della lettura e incidono sul contrasto alle povertà educative».

Il fine di Bari Social Book è infatti quello di sviluppare politiche di sostegno all’educazione alla lettura, favorendo la crescita del benessere individuale e di comunità, facilitando la partecipazione e il protagonismo delle categorie più fragili e attivando presìdi di lettura popolari allestiti in luoghi di cura, socialità e accoglienza già strutturati e organizzati, come pure in spazi informali quali piazze, giardini e strade. Anche l’Università di Bari ha scelto questa esperienza per attivare una ricerca riguardo l’impatto che questa iniziativa ha sulla crescita dei bambini pugliesi colpiti dalle povertà educative.

Bari Social Book, dice la Bottalico, «rappresenta per noi un lavoro straordinario, che ha consolidato le connessioni tra agenzie educative di tanti operatori sociali, bibliotecari, librai e i partner che compongono la rete, ma è anche un modo per ripensare gli spazi sociali e aprirsi al mondo, alle persone, ai tempi di vita, ai bisogni di crescita di adulti e minori, anche con disabilità uditiva e visiva».

Gli spazi sociali per leggere di BSB sono 28, tutti ad accesso libero, e sono dotati di libri nuovi e usati raccolti attraverso la donazione dei cittadini. Qui è possibile consultare, leggere, prendere in prestito un libro, donare testi, proporsi per letture ad alta voce, partecipare agli eventi di animazione alla lettura. Fiore all’occhiello della rete è Bari Social Boat, una barca a vela confiscata alle mafie, recuperata e restaurata con un progetto di formazione e professionalizzante che ha coinvolto minori in stato di detenzione, attualmente ormeggiata presso la darsena di Marisabella.

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