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Mondiali Qatar 2022, Abodi: “Mancanza maglia azzurra vuoto incolmabile”

(Adnkronos) - "La mancanza della maglia azzurra ai mondiali" del Qatar 2022 "è un vuoto incolmabile: penso ai bambini e alle bambine. Noi siamo cresciuti con la maglia azzurra ai Mondiali e agli Europei. L'assenza della nostra Nazionale è legata ad eventi incidentali, per due calci di rigore....non si giudica un giocatore, ma è evidente…

(Adnkronos) – “La mancanza della maglia azzurra ai mondiali” del Qatar 2022 “è un vuoto incolmabile: penso ai bambini e alle bambine. Noi siamo cresciuti con la maglia azzurra ai Mondiali e agli Europei. L’assenza della nostra Nazionale è legata ad eventi incidentali, per due calci di rigore….non si giudica un giocatore, ma è evidente che quei due rigori hanno segnato, come successo agli Europei, in una sorta di compensazione della fortuna, la nostra assenza in Qatar. Quelle generazioni che stanno crescendo senza Italia ai Mondiali spero che possano recuperare un motivo di attrazione per seguire il gioco più bello del mondo, senza nulla togliere alle altre discipline”. Così il ministro per lo sport e i giovani Andrea Abodi in una intervista all’Adnkronos. 

 

 

“Chi vincerà il mondiale in Qatar? Da un lato mi auguro sia una squadra europea, per ragioni di appartenenza alla famiglia continentale, dall’altra che vinca la nazionale che schiera più giocatori che militano in Italia, perché sarà comunque un modo per gioire per qualcosa che è anche nostro. Ma per me il Mondiale è quello dei nostri rappresentanti arbitri, sia in campo che al Var che i guardalinee, a partire da Orsato”, ha detto poi Abodi. “Li ho sentiti e credo sappiano perfettamente che hanno la piacevole responsabilità di confermare la qualità della classe arbitrale italiana, di portare l’Italia più avanti possibile attraverso le loro prestazioni e aiutarci a distinguere le brutte pagine delle quali abbiamo sentito parlare, caratterizzate da comportamenti impropri di una persona, atto di fronte al quale vengano prese opportune decisioni, perché quel mondo, che per me è sacro, deve esser rispettato, tanto più dall’interno e non solo per le avanguardie agonistiche ma per i ragazzi e ragazze che iniziano un percorso e devono sentirsi aiutate e tutelate”, ha aggiunto il ministro riferendosi al caso D’Onofrio per il quale “c’è grande imbarazzo”.  

Tornando al mondiale in Qatar, “è anomalo, originale, forse irripetibile. Il fatto che, per ragioni che non spetta a me giudicare, venga organizzato anche spaccando in due la stagione sportiva, dei campionati in particolare europei a partire dalla nostra Serie A, testimonia un po’ l’unicità di questo evento, con tutto quello che si porta dietro in termini di rispetto dei diritti umani e di vittime civili nelle costruzione degli stadi”. “I grandi avvenimenti pensiamo debbano essere sostenibili, il tema del rispetto dei lavoratori è primario, non voglio fare la morale, ma è evidente che qualcosa non è andato per il verso giusto”, ha sottolineato. “L’avvenimento sarà sicuramente affascinante, mi auguro ci sarà la partecipazione di pubblico negli stadi, anche se non saranno pieni come in altre occasioni. Sicuramente sarà una vetrina televisiva universale, però il calcio, come lo sport in generale, è un trasportatore di valori, un testimone pratico di valori e mi auguro che anche questo mondiale lasci qualcosa di positivo anche in relazione alle cose che non debbono più succedere”, ha aggiunto il ministro. 

Mancini 

“Non credo che all’improvviso siamo passati dal tetto d’Europa a qualcosa di decisamente più critico e meno nobile. I nostri valori sono quelli che riusciamo ad esprimere in campo a volte con risultati più che lusinghieri, anzi di grande esaltazione, come gli Europei, che non sono un ricordo lontano, saremo stati anche baciati dalla fortuna allora, ma poi abbiamo pagato un prezzo alto. Ho apprezzato molto il tentativo del ct Mancini di andare a pescare nelle Primavera. Abbiamo bisogno di fiducia anche andando dove non si danno opportunità. Sembra paradossale che nelle Primavera quasi tutte le squadre abbiano un organico pieno di stranieri, io incentiverei una primavera prioritariamente nazionale, con qualche innesto di stranieri e non viceversa”, ha commentato Abodi. 

“In Serie A c’è la libera scelta dei club, che devono valutare sulla base dei rispettivi obbiettivi, ma vorrei ci fossero politiche di maggiore incentivazione alla valorizzazione del talento nazionale anche andando ad individuarlo. Facciamo giocare in U20 e U21 giocatori che in altri Paesi giocano in prima squadra, in Champions League e nella nazionale maggiore. Dare più spazio ai giovani anche rischiando qualcosa. Bisogna anche dar loro il tempo di crescere e maturare. Il nostro Paese vuole tutto e subito. Non possiamo pensare di avere una nazionale vincente e anche giovane, solo sperando che accada qualcosa di miracoloso, dobbiamo avere pazienza”, ha aggiunto Abodi. 

Euro 2032 

“I grandi avvenimenti? Ogni Paese deve avere una agenda sulle infrastrutture. Ho sempre pensato che avrebbe qualificato un dossier di candidatura, ma sono arrivato alla conclusione che si possa, con delle sfide future come Euro 2032, accelerare il processo di infastrutturazione che non riguarda solo il calcio”, ha detto il ministro all’Adnkronos, parlando degli stadi e della candidatura italiana per ospitare gli Europei di calcio del 2032. “Andrei anche in giro per il mondo per capire cosa sta generando, il padel è un esempio emblematico. Dobbiamo accorciare i tempi nell’appuntamento con il futuro. Lo abbiamo visto con gli eSports. Ben vengano gli stadi, faremo quello che c’è da fare per rendere la candidatura del 2032 competitiva, ho firmato lettera di supporto alla Figc. Faremo di concerto con altri ministri, sotto la regia del presidente Meloni, le nostre scelte per mettere in condizione questa candidatura di essere credibile rispetto a dieci anni fa. Ora abbiamo questa grande opportunità di avere un anno per renderci credibili e nove anni per poter strutturare gli impianti. Speriamo di usarli bene ed essere all’altezza di questo appuntamento”, ha sottolineato Abodi. 

“La percentuale di impianti di proprietà è molto limitata. Dobbiamo migliorare l’utilizzo del censimento degli impianti sportivi, dobbiamo sapere ciò che c’è per valutare al meglio cosa fare. Mi auguro un giorno si possa spingere un bottone e sapere quale è il consumo cumulato di energia dell’impiantistica sportiva. Un dato che serve anche a capire quali sono gli impianti efficenti e come fare in modo che le infrastrutture sportive possano incentivare la cultura del rispetto dell’ambiente e il consumo di energia”, ha spiegato il ministro dello sport. 

 

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