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Autonomia, oggi incontro Meloni-Calderoli a Palazzo Chigi

(Adnkronos) - Alle 13 il premier Giorgia Meloni incontrerà il ministro per gli Affari regionali e le riforme Roberto Calderoli a palazzo Chigi. Sul tavolo il tema dell'autonomia differenziata al centro del confronto politico, dopo l'incontro di ieri tra il leghista e i governatori, che hanno discusso la bozza del ministro. Al vertice potrebbero partecipare…

(Adnkronos) – Alle 13 il premier Giorgia Meloni incontrerà il ministro per gli Affari regionali e le riforme Roberto Calderoli a palazzo Chigi. Sul tavolo il tema dell’autonomia differenziata al centro del confronto politico, dopo l’incontro di ieri tra il leghista e i governatori, che hanno discusso la bozza del ministro. Al vertice potrebbero partecipare altri ministri del governo Meloni. 

“E’ evidente che non ci sarà nessun provvedimento che, come viene raccontato, punta a dividere il Paese. Anzi, esattamente il contrario”. Così il ministro degli Affari europei Raffaele Fitto, che ha anche la delega per il Sud, a margine del consiglio Affari generali a Bruxelles, a proposito delle polemiche sollevate dalla bozza del ddlpresentata ieri in Conferenza Stato-Regioni dal ministro per gli Affari Regionali Roberto Calderoli.  

“Noi – continua – ci muoveremo nell’ambito della Costituzione. Le polemiche che vengono fatte a me appaiono molto strumentali. Gli articoli della Costituzione che regoleranno l’approvazione di questo provvedimento sono noti a tutti: mi piace sottolineare il 119, dove si parla di riequilibrio e coesione”.   

In Italia, prosegue, “c’è un dibattito surreale: l’autonomia dividerebbe il Paese e creerebbe delle difficoltà. Perché oggi il Paese non ha queste differenze clamorose? Io penso che sia una polemica strumentale e che bisogna lavorare per trovare un punto di equilibrio e accompagnare una riforma che possa rafforzare l’unità del Paese e far compiere passi avanti a delle regioni che oggi, senza autonomia, sono decisamente indietro”. 

Calderoli 

“Come avevo già sottolineato, il testo su cui oggi (ieri, ndr) ci siamo confrontati in Conferenza delle Regioni era una bozza di lavoro, una bozza aperta a ogni contributo per poter avviare una discussione che già da questa prima seduta si è svolta in maniera costruttiva. Alla vigilia avevo paventato il timore che potesse esserci uno scontro, con alcuni governatori, e invece con tutti si è trattato di un confronto costruttivo”, ha dichiarato Calderoli. 

“Ci sono ancora sei Regioni che devono intervenire e che non hanno ancora potuto farlo, non per mia indisponibilità ma per le scadenze temporali fissate dalla Conferenza, e che abbiamo rinviato ad una prossima conferenza, per cui aspetto anche di sentire loro. A proposito mi auguro che ai prossimi incontri tutti i presidenti di Regione vengano in presenza e non si facciano rappresentare da altri, perché dal confronto diretto emergono sfumature che non si colgono attraverso relata refero…”, ha aggiunto il leghista. 

“Ma intanto sono soddisfatto perché in questa prima seduta abbiamo condiviso alcuni principi, che mi dovranno essere riformulati in forma scritta alla fine di questo primo giro di tavolo, da cui è emerso però che nessuna Regione è contraria all’autonomia differenziata e che nessuno prevede che possano esserci Regioni che possano sentirsi svantaggiate rispetto ad altre”, ha spiegato Calderoli. 

“Su questo come ministro sono stato chiaro con i presidenti delle Regioni del Sud, che hanno manifestato i loro timori, ribadendo loro la garanzia che nessuno potrà avere un peggioramento della sua condizione attuale dall’applicazione di questa riforma: per le Regioni che decideranno di non intraprendere il percorso per l’autonomia differenziata non cambierà nulla. Ma il punto è proprio questo: voglio illustrare alle Regioni del Sud i vantaggi, nel rispetto delle loro specificità territoriali, che potrebbero avere per i loro cittadini attraverso l’autonomia differenziata, voglio provare a convincerli di questa opportunità, anche facendo studiare i numeri e le risorse ad una fondazione”. 

“Poi ogni Regione sarà libera di accettare o rifiutare, ma voglio che tutte le Regioni comprendano quali vantaggi potrebbero avere dall’autonomia differenziata e soprattutto che non abbiano dubbi sul fatto che nulla cambierà per chi non chiederà maggiori forme di autonomia”, conclude il ministro. 

 

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