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“Primaria” e “funzionaria”: nuove regole per gli atti della Asl di Taranto

“Chirurga”, “funzionaria”, “direttrice” e “collaboratrice amministrativa”. Sono solo alcune delle indicazioni individuate dalla Asl di Taranto per declinare il linguaggio al femminile anche nelle strutture sanitarie, in particolare, negli atti amministrativi della provincia ionica. La questione è stata oggetto di una apposita delibera da parte del management e sono state realizzate con la collaborazione del…

“Chirurga”, “funzionaria”, “direttrice” e “collaboratrice amministrativa”. Sono solo alcune delle indicazioni individuate dalla Asl di Taranto per declinare il linguaggio al femminile anche nelle strutture sanitarie, in particolare, negli atti amministrativi della provincia ionica.

La questione è stata oggetto di una apposita delibera da parte del management e sono state realizzate con la collaborazione del Comitato Unico di Garanzia (Cug) per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni.

Ne viene fuori uno schema con le declinazioni maschile/femminile dei termini più diffusi: ed ecco che così appaiono la “primaria”, la “collaboratrice amministrativa” e la “direttrice” e la raccomandazione della concordanza di genere con le altre parti del discorso.

«Bando quindi alle formule “Il responsabile Giulia Rossi si è trasferito” – sottolineano dalla Asl di Taranto – degne di una censura da penna rossa fin dalle scuole elementari ma che magicamente riappaiono negli atti amministrativi».

Si continua con degli esempi pratici per non utilizzare il “maschile generico”, inteso come neutro e universale, ma in realtà uno degli usi linguistici più discriminanti perché rende invisibili le donne, e dei suggerimenti su parole e forme verbali non connotate dal genere, come ad esempio “persona” al posto di “uomo” o “il personale” al posto de “i dipendenti”.

«Il rispetto delle pari opportunità è un tema per noi importante – ha affermato il direttore generale della Asl Taranto Vito Gregorio Colacicco – e l’uso di un linguaggio rispettoso delle differenze di genere, in sintonia con le indicazioni europee e nazionali, è un elemento essenziale del percorso di valorizzazione delle lavoratrici. Queste linee guida sono un utile strumento per promuovere un percorso di cambiamento sociale e culturale che tenga conto della presenza delle donne in ogni ruolo e le riconosca per la loro specificità».

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