(Adnkronos) – “Purtroppo su coloro che dovrebbero smettere di fumare dobbiamo convenire che soltanto il 10% ci riesce. La lotta che il medico compie deve essere quella all’abolizione totale del fumo, perché questo è il nostro ideale, anche se non sempre gli ideali si raggiungono. Molto spesso, anche in altri campi, come nella gestione dell’ipertensione, del colesterolo o del diabete, non riusciamo a raggiungere i target che ci siamo proposti. Quindi non vedo perché non si debba quantomeno valutare l’ipotesi di una riduzione del rischio, attraverso strade che aspettano il nostro lavoro per una dimostrazione clinica efficace e che riducono le componenti tossiche. Dalla ricerca Censis emerge che del 20% che è passato ai prodotti smoke free un 4-5% è poi riuscito a smettere quindi potrebbe essere una via da prendere in considerazione, certamente da non demonizzare”.
Così il presidente della Fondazione Fadoi, Andrea Fontanella, a margine della presentazione al Cnel del primo Rapporto Censis su fumo di sigaretta e prodotti senza combustione in Italia.
“I medici devono essere bene informati sul vero significato e sulle potenzialità di questa via e sui suoi rischi, quantomeno per informare in maniera obiettiva e scientifica i propri pazienti – aggiunge Fontanella -. Siamo assolutamente indietro sotto l’aspetto dell’informazione, c’è una sorta di non comprensibile demonizzazione”, conclude.