Quando ero piccolo identificavo Mola di Bari quasi esclusivamente con la “sagra del polpo”. Che, intendiamoci, da quelle parti era e rimane un autentico must. Ma associare Mola di Bari soltanto al pur buonissimo polpo sarebbe ingiusto e riduttivo, visto che questa bellissima cittadina racchiude davvero molto altro. Il suo bellissimo lungomare, innanzitutto, che invita davvero a una inebriante passeggiata e che ricorda, per certi versi, tante importanti località marittime italiane ed estere. Con una suggestiva “vista mare” da un lato e con una altrettanto interessante “vista locali all’aperto” dall’altro. Certo, la sera può non essere semplice trovare posto per la macchina, ma il panorama ripaga decisamente degli sforzi profusi in tal senso.
Locali, dicevamo. E qui c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Con il pesce, naturalmente, a farla da padrone. Come offerta enogastronomica Mola di Bari, infatti, non ha nulla da invidiare ad altre città, con locali tutti egualmente validi. Personalmente parlando non posso però nascondere un particolare affetto per “Da Angelo” (dove si mangiano panzerotti buonissimi) e per “Zi Luigi” (braceria con le panche di legno all’aperto, che a distanza di tanti anni conserva ancora del tutto immutato il suo fascino rustico). Naturalmente, visto che si è lì, anche il porto turistico e il mercato del pesce meritano decisamente una visita. Anzi, forse sarebbe sacrilego non farla.
Pensavate che me ne fossi dimenticato, eh? E no, invece, un attimo solo, ora arrivo anche al castello angioino che, costruito nel XIII secolo, spicca ancora bello e imponente in tutta la sua maestosità. Fortezza pregevole, che spesso ospita sia al suo interno che al suo esterno (ricordo, per esempio, il concerto all’aperto tenuto da Max Gazzè la scorsa estate) numerosi eventi e iniziative. Tra le quali ve ne è una ancora in corso sino al 22 maggio prossimo dal titolo “Phonè” organizzata dall’associazione Officina dell’arte all’interno dello stesso Castello, nell’ambito del progetto “Maul! Il Castello Contemporaneo”. Laddove la parola Maul (che in dialetto molese significa proprio Mola) riprende il testo di una canzone dell’anarchico cantautore molese Enzo Del Re. Una mostra collettiva curata dal dinamico Fabio Caccuri, con il termine “Phonè”, che va inteso come linguaggio fatto di segnali acustici che vivono autonomamente, prescindendo dal senso e senza lasciare alcuna traccia, allo scopo di condurre il pubblico sulla tutt’altro che semplice via dell’ascolto.
Molto intensa anche l’attività della libreria Culture Club Caffè, dell’infaticabile Domenico Sparno, che ospita numerosi eventi letterari sul territorio, contribuendo alla valorizzazione del patrimonio culturale cittadino. Di Mola è per esempio l’apprezzata scrittrice Gabriella Genisi che, per chi ancora non la conoscesse, è la “mamma” della famosissima Lolita Lobosco (a proposito, siete pronti tra non molto a vedere la seconda stagione su Raiuno?).
Non si può poi dimenticare Palazzo Pesce, dimora storica del Settecento che trova sempre il modo di far parlare bene di sé. Senza scordarci del MulticinemaMetropolis, che si trova proprio all’ingresso cittadino e che si rivela anche un utile sbocco per quelle persone che magari vivono nei paraggi e trovano preferibile imboccare la tangenziale per Mola che recarsi appositamente su Bari.
Capitolo finale doveroso per il mare. Anche da questo punto di vista Mola di Bari offre tanto, con numerosi stabilimenti balneari e tante calette libere che si avvicendano lungo la nutrita litoranea che parte da Torre a Mare e che prosegue per Cozze e Polignano. Sicuramente dimentico qualcosa, ma è finito lo spazio a mia disposizione. Dovrete recarvi sul posto direttamente per capire cosa. Alla prossima puntata di “Mari & Monty”.