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Addio al tour manager barese “Kiko” Loiacono: «Ha dato la sua vita al rock»

«Il nostro amico Kiko è morto ieri. Ha dato la sua vita al rock&roll e alla politica di sinistra». Così, su Instagram, la band scozzese Primal Scream annuncia la morte di Kiko Loiacono, morto a 54 anni. Tour manager protagonista della scena underground europea, Loiacono era originario di Bari e, nonostante si fosse trasferito a…

«Il nostro amico Kiko è morto ieri. Ha dato la sua vita al rock&roll e alla politica di sinistra». Così, su Instagram, la band scozzese Primal Scream annuncia la morte di Kiko Loiacono, morto a 54 anni.

Tour manager protagonista della scena underground europea, Loiacono era originario di Bari e, nonostante si fosse trasferito a Londra dopo la laurea in medicina, ha continuato a coltivare il legame con la sua città e la passione per i colori biancorossi, insieme a quelle per la musica e per la politica.

I Primal Scream ricordano il leggendario Kiko Bus con cui il tour manager attraversava l’Europa accompagnando innumerevoli band indipendenti nei loro concerti.

E sui social sono tantissimi i messaggi di cordoglio e i ricordi di Domenico “Kiko” Loiacono: allo stadio a tifare Bari, la sua passione politica e quella per la musica.

A ricordarlo è anche Reverendo, esponente della scena hip hop barese, con un aneddoto: «Quel lunghissimo e lontanissimo giorno eravamo io, te Kiko Loiacono, Melst, Belfast,Torto, ricordi? – scrive su Facebook – Ci allontanava momentaneamente da Bari un sogno psichedelico, e decidemmo di prendere il treno e andare a vedere il concerto degli Inspiral Carpets a Rimini, noi tutti, manchesteriani convinti. Non tornammo più da quel concerto. I nostri avatar giovani, vagano ancora per i campi riminesi; noi, quintali di polline e dragoni lisergici di ordinanza. Ci raccolse mentre divagavamo con la natura circostante, un roadie del gruppo, sulle cui scarpe io ignobilmente asfaltai e che si chiamava Noel Gallagher. Quegli inglesi, riconoscendo in noi i sintomi evidenti della loro contro-cultura, ci presero sotto protezione; imposero ai buttafuori italiani di farci entrare… erano le 18:00, e misero per noi e noi soli musica e tutto il resto, accompagnando sapientemente il nostro viaggio. Poi il ritorno… di notte, dividendo lo scompartimento con donne russe incredibilmente grandi e sorridenti. È stato un viaggio mitico, caro Brother e sono felice che ci fossi anche io e che ci fossi tu. Ci rincontreremo tutti nel campo di polline. Bon voyage».

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