(Adnkronos) – Aprire una crisi sulle migrazioni con la Francia, in un momento particolarmente delicato a livello Ue su una serie di dossier, “è stato un doppio errore politico da parte di Roma. Spero, auspico e dovremmo fare tutti in modo che non si allarghi, che la crisi migratoria non porti ad una crisi generale” nei rapporti tra Roma e Parigi. Lo dice all’Adnkronos l’eurodeputato di Renew Europe Sandro Gozi, eletto in Francia, ben al corrente delle dinamiche parigine.
“Nessuno ha interesse a questo – continua Gozi – e nessuno, né a Parigi né a Bruxelles, voleva una crisi con l’Italia, soprattutto sulla migrazione. Bisognerà fare in modo che non si allarghi, ma oggi è crisi”. La crisi e “la provocazione – aggiunge – sono avvenute sul tema peggiore per l’Italia, la migrazione, dove è l’Italia che ha più bisogno degli altri. Ed è avvenuta con il partner con cui l’Italia ha più interessi in comune, che è la Francia: sull’Ucraina, sull’energia, sulla riforma del patto di stabilità”.
Eppure oggi al governo ci sono Antonio Tajani agli Esteri e Raffaele Fitto agli Affari Europei, entrambi ben consapevoli delle dinamiche a livello Ue: “Bisogna chiedere a Tajani e Fitto – risponde Gozi – per me è incomprensibile. Al loro posto ci sono stato e non avrei agito così. Ma bisogna chiedere a loro qual è la strategia: per me è incomprensibile, però forse non vedo quello che vedono loro”.
Per Gozi, “in pochi giorni è stato rovinato il grandissimo lavoro fatto da Mario Draghi. In pochi giorni l’Italia passa da una posizione centrale di leadership all’isolamento europeo. Per fortuna che era un governo europeista”. Ad innescare la reazione forte di Parigi potrebbero essere state certe dichiarazioni sulla Ocean Viking, poco gradite specialmente perché il Rassemblement National ha subito detto che, se loro fossero al governo, la nave non sarebbe mai approdata sulle coste francesi: “Certamente il trionfalismo, quantomeno su un malinteso, di Roma non aiuta, se vogliamo essere diplomatici”, risponde Gozi.
La Francia, continua l’eurodeputato, “ha sempre detto all’Italia: ‘li fate sbarcare e noi, come facciamo dal 2019, ce ne facciamo carico di una parte, perché noi vogliamo il meccanismo di ricollocazione. Dato che ora non è obbligatorio, lo facciamo su base volontaria. E noi, come i tedeschi e altri, siamo sempre stati pronti a fare la nostra parte’. Invece, oltre al trionfalismo italiano, c’è stato anche il rifiuto di fare attraccare la Ocean Viking”.
“Di fronte a questo rifiuto – prosegue Gozi – che è una violazione chiara del diritto del mare, delle regole europee e anche di quel fair play e buona fede con cui il meccanismo di ricollocazione volontaria deve funzionare, e visto che a Roma, anziché approfittare per rafforzare le relazioni con Parigi, hanno usato la Ocean Viking per fare propaganda ad uso interno, è chiaro che la reazione ci sarebbe stata. Si vedeva fin da ieri che si andava verso una crisi maggiore, perché il governo italiano non si è comportato in maniera corretta, andando contro l’interesse nazionale, perché l’interesse dell’Italia è fare funzionare al meglio i meccanismi di ricollocazione. Se è l’Italia stessa che prende misure che portano altri Paesi a sospendere la ricollocazione, anziché lavorare per dimostrare che è fattibile, è l’Italia che va contro il suo interesse nazionale”, conclude.