È «in affanno» l’economia lucana nei primi nove mesi del 2022, durante i quali si è assistito ad un recupero lento, in un quadro di profonda incertezza, sul quale hanno inciso l’aumento dell’inflazione e i costi di produzione: è questo il quadro che emerge dal Rapporto annuale della Banca d’Italia sull’andamento dell’economia della Basilicata, presentato, stamani a Potenza, dal direttore delle filiale di Potenza della Banca d’Italia, Gennaro Sansone, dal suo vice Paolo Lucchese, dal responsabile dell’ufficio analisi e ricerca economica della sede di Bari, Maurizio Lozzi, e dal coordinatore del rapporto, Vincenzo Mariani.
Il rallentamento che si è registrato soprattutto nella seconda parte dell’anno, hanno spiegato gli analisti, ha riguardato tutti i settori produttivi, fatta eccezione per l’industria estrattiva, e in particolare il settore di produzione delle auto è in difficoltà e questo ricade negativamente sull’export. Il settore terziario, commercio in particolare, è stato fluttuante tra una prima parte dell’anno in crescita e una seconda in perdita per il trend dei consumi.
Segnali incoraggianti, invece, dal settore turistico, specie nei mesi primaverili e per quello che riguarda il settore delle costruzioni, mentre per quello che riguarda i finanziamenti bancari ai privati si registra una crescita minima che riflette l’accelerazione del credito al conmsumo e ai mutui per le famiglie e il rallentamento di quello alle imprese.
Nel dettaglio, dal Rapporto annuale di Bankitalia emerge una crescita notevole nel comparto estrattivo, sostenuto dalle quotazioni degli idrocarburi: la produzione del gas è aumentata del 13,1% nei primi sei mesi, mentre è lievemente calata (-2,4%) quella del petrolio.
Il settore degli autoveicoli ha confermato segnali di difficoltà con le vendite delle auto prodotte nello stabilimento di Stellantis a Melfi che si sono ridotte rispetto al 2021: circostanza che ha penalizzato l’export in regione, dal momento che i due terzi delle esportazioni lucane riguardano, appunto, i mezzi di trasporto. Le imprese hanno segnalato le difficoltà connesso all’aumento dei prezzi delle materie prime, dei costi e dei tempi della logistica, che hanno determinato crescita dei prezzi di vendita e riduzione dei margini di profitto. Grazie al “Superbonus 110%”, per il quale in Basilicata sono state prodotte 3.400 perizie di tecnici autorizzati, più del triplo dello scorso anno – nel settore delle costruzioni si è registrata un’ulteriore crescita.
Così come nel settore dei servizi, dove si registra un aumento della spesa delle famiglie, è stato il turismo a contribuire (+23,9%) a una crescita rispetto al 2021.
L’analisi della Banca d’Italia ha posto in evidenza un prevedibile rallentamento, dopo la ripresa del 2021, dei consumi delle famiglie che, in previsione del prossimo anno, potrebbero aumentare in relazione alle misure introdotte da Governo per mitigare i rincari energetici e della Regione con il “Bonus Gas”.
Le speranze per il 2023 sono legate all’impatto che le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) avranno in Basilicata: «L’andamento degli investimenti potrebbe aumentare. I 730 milioni destinati alla Regione Basilicata – ha spiegato Sansone – se pienamente utilizzati nei tempi previsti potrebbero indurre una crescita della spesa degli enti di oltre il 50% rispetto alla media del periodo 2014-2019».