«La contestazione di gravi reati ad alcuni agenti di Polizia penitenziaria in servizio nella Casa circondariale di Bari ci addolora molto: il Corpo è composto di poliziotti che ogni giorno, con grande abnegazione e passione, adempiono al proprio dovere nel pieno rispetto della legalità. Accuse come queste rischiano di offuscare il grande impegno profuso», così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e il capo del dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, Carlo Renoldi, commentano l’arresto di 3 agenti di Polizia penitenziaria del carcere di Bari, e la sospensione di altri 6, accusati di tortura nei confronti di un detenuto 41enne con problemi psichiatrici.
«L’Amministrazione penitenziaria ha in sé tutte le risorse per garantire un servizio sempre orientato al pieno rispetto della legalità, secondo il giuramento di fedeltà alla Costituzione e alle leggi che ciascuno di noi ha fatto – proseguono Nordio e Renoldi -. Siamo rispettosi dell’operato della Magistratura e attendiamo, con fiducia, l’ulteriore sviluppo dell’azione giudiziaria, ricordando, una volta di più, anche il principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza».