(Adnkronos) – Nella gestione delle navi Ong nel porto di Catania è stata data dal ministero dell’Interno una diversa interpretazione al luogo di sbarco, identificato nella nave battente bandiera. Non tutti i marittimisti concordano però con questa scelta: “E’ un’interpretazione infondata, perché anche se è chiaro il vigore della legge di bandiera, esistono delle convenzioni di soccorso come Montego Bay che regolano la materia e ci sono leggi superiori di rango costituzionale. Da un punto di vista di diritto del mare – spiega all’Adnkronos il marittimista Francesco S. Lauro, dell’omonimo studio legale – il punto discriminante è la condizione in cui si trovavano le persone, se erano e si trovano in uno stato di pericolo. In tal caso il porto più vicino dovrebbe accoglierle”.
Tutti i migranti sono stati fatti sbarcare perché ritenuti fragili e la nave Ocean Viking sarà accolta dalla Francia. Quindi si può dire che questo è stato un successo del governo italiano? “Io sono all’antica, il mio senso di onore e patria mi fa pensare che questa è invece stata una occasione mancata – risponde il legale, organizzatore della Conferenza internazionale Shipping and Law, importante appuntamento in campo marittimo quest’anno alla sua decima edizione – Forse dovremmo farci carico di tutti e poi fare in modo che tutti facciano la loro parte. Io spero che da questa gestione nasca un senso di protagonismo politico sia verso l’asilo che nei confronti della migrazione economica, che non può essere affrontato da un solo paese ma dall’Europa. Se dal punto di vista del tecnicismo giuridico tutte le posizioni possono valere, da esperto di diritto commerciale posso infatti dire che la migliore società è quella in cui i soci sono in un rapporto di generosità”.
Secondo Lauro, “forse adesso sarebbe necessaria un’altra filosofia, ci vorrebbe una posizione meno meschina, meno avara perché il problema è di diritto europeo, gli stati membri dovrebbero fare quasi a gara per accogliere i migranti. Invece l’Italia – rileva l’esperto – insegue la ricetta di un grosso insuccesso tornando a posizioni di qualche esecutivo fa, dimentiche del fatto che il mare è il luogo in cui si sono formati nei millenni il diritto internazionale, commerciale ed uniforme. L’Italia all’epoca del governo Letta era partita con una visione umanistica, da paladina dei diritti umani. Mi sorprende che certe forze politiche che fanno dell’onor di patria il loro emblema si comportino diversamente. Mi sorprende – conclude – che questo Governo punti ad un ruolo di protagonista soccorrendo gli ucraini e che non faccia altrettanto nei confronti di questo fenomeno”. (di Roberta Lanzara)