I familiari di Paolo Caprio, imbianchino 40enne bitontino aggredito e ucciso la notte tra il 4 e 5 settembre all’esterno del bar di una stazione di servizio sulla provinciale tra Modugno e Bitonto, si sono costituiti parte civile nel processo a carico dell’ex pugile 21enne Fabio Giampalmo cominciato in Corte d’Assise, dove sono state anche ammesse le prove.
Secondo quanto ricostruito dalle indagini, Caprio, dopo essere stato colpito cadde sbattendo la testa sul marciapiede e morì.
Sono parte civile la madre, le tre sorelle e la moglie della vittima, anche in qualità di tutrice della figlia di 6 anni.
L’imputato, che è tuttora detenuto, risponde di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dall’aver commesso il fatto «attraverso l’uso di tecniche di combattimento tali da ostacolare la privata difesa». Il 21enne, infatti, con piccoli precedenti per droga e furto, era un esperto di box e arti marziali.
Stando alle indagini dei carabinieri, l’imputato avrebbe colpito la vittima con tre pugni al volto durante un litigio per uno sguardo non gradito ad alcune donne, facendogli sbattere la testa violentemente sul marciapiede dopo la caduta.