Il recupero dei sette corpi è terminato solo nel primo pomeriggio di domenica, oltre ventiquattrore dopo la sciagura dell’elicottero, precipitato in contrada santa Lucia, in agro di Apricena, sul costone nord del Gargano. Operazioni lente e laboriose che – come ha evidenziato il procuratore capo di Foggia, Ludovico Vaccaro – hanno preservato la dignità delle salme che la integrità della scena della tragedia, dove da subito si sono messi all’opera i due tecnici (un ingegnere aeronautico e un pilota) dell’agenzia nazionale per sicurezza dei voli, autorità investigativa amministrativa che dipende dalla presidenza del Consiglio dei Ministri. Ai due tecnici, la procura foggiana, ha affiancato tre esperti nel settore: un ingegnere aeronautico, già intervenuto in altri simili tragedie, un colonnello dell’aeronautica e un ufficiale pilota, per avere, come ha evidenziato il procuratore foggiano, «un quadro completo teorico e pratico sullo sciagurato evento» che potrebbe essere stato causato dalla rottura del rotore posteriore dell’elicottero, non si comprende se a causa dell’impatto con il terreno o con gli alberi presenti nella zona della tragedia.
La difficoltà del recupero delle salme è stata dettata dalla situazione meteo che insisteva nella zona, ma soprattutto dalla pericolosità del terreno su cui era precipitato l’elicottero in volo dalle Isole Tremiti a Foggia, con a bordo cinque passeggeri e due membri dell’equipaggio. L’elicottero AW109 dell’Alidaunia precipitato – privo di strumentalizzazione radar – si trova, infatti, in una parte di terreno (ora intriso dal carburante perso nell’impatto) particolarmente scivoloso e quasi in bilico su una depressione carsica che non agevola le attività di recupero e di messa in sicurezza del velivolo.
Cosa sia successo in quella maledetta uggiosa mattina di sabato non è ancora dato sapere, anche se Vaccaro ha sottolineato che la Procura ha una sua ipotesi non ancora illustrata alla commissione tecnica «per evitare ogni influenza sull’esito dei rilievi», tant’è che al momento non ci sono indagati e il fascicolo d’indagine aperto è contro ignoti e si procede – «astrattamente», precisa Vaccaro – per omicidio colposo plurimo, com’è avviene nei casi dei disastri aerei.
Intanto, sono state ricostruite tutte le fasi che hanno portato al ritrovamento dell’elicottero nella zona del Canale santa Lucia. Dopo l’allarme lanciato per l’elicottero scomparso dal segnale radio, intorno a mezzogiorno di sabato si è attivata la sala operativa della protezione civile regionale, che a cascata ha allertato tutte le squadre di pronto soccorso sul territorio del Gargano nord per un monitoraggio del territorio in una vasta zona che comprendeva i comuni di Lesina, Apricena, San Severo, San Nicandro Garganico, san Marco in Lamis e Rignano Garganico, anche perché non si aveva piena consapevolezza di dove potesse essere finito il velivolo in viaggio verso l’eliporto di Foggia. Tanto da cercarlo anche in zone confinanti con la traiettoria di volo, visto che in alcuni casi, gli elicotteri per evitare perturbazioni e maltempo, facevo giri un po’ più ampi per “conquistare” la Piana del Tavoliere e puntare poi dritti verso la pista dello scalo foggiano. Quasi un’ora dopo dall’inizio delle ricerche un elicottero dei carabinieri segnalava la presenza di qualcosa nei pressi di Castelpagano, sul promontorio garganico che si affaccia verso Apricena. Tutte le pattuglie sono state dirette sulla zona indicata e la prima ad arrivare sul luogo della tragedia, subito dopo le 13.30, è una pattuglia del reparto prevenzione crimini “Puglia settentrionale” della Polizia di Stato che accerta l’avvenuto decesso dei cinque passeggeri e dei due piloti dell’elicottero, ritrovati all’interno delle lamiere accartocciate del velivolo, tranne per due di loro, forse sbalzati fuori dall’urto con il terreno. Comunque per nessuno di loro si poteva fare qualcosa, se non il triste riconoscimento di Bostjan Rigler, di 54 anni (direttore tecnico della telev.isione slovena, Pro Plus srl); Jon Rigler di 44; MatejaCurk Rigler, di 44; Liza Rigler Liza di 13 anni. Originaria di Lubiana, la famiglia Rigler era arrivata venerdì sull’arcipelago tremitese e sarebbe dovuta rientrare nel capoluogo daunio nella stessa serata, ma a causa delle cattive condizioni meteo aveva rinviato il viaggio di ritorno a ieri. A bordo c’era anche Maurizio De Girolamo, di 64 anni, medico del 118 che stava rientrando a casa dopo il turno di lavoro alle Isole Tremiti, e i piloti Luigi Ippolito e Andrea Nardelli.
Recuperate le coordinate della zona della sciagura si muove tutto l’apparato dei soccorsi, a cominciare dal 118, dalla protezione civile e dal soccorso alpino mobilitato da Bari, che si mobilitano “intasando” l’unica strada di accesso al sito della tragedia, che costeggia la comunità di recupero Saman tra San Nicandro Garganico e Apricena. È stata subito messa in sicurezza la zona per consentire i rilievi del caso e permettere a ispezioni degli esperti dell’Agenzia nazionale per la sicurezza dei voli. Sul posto anche il via vai delle autorità politiche regionali e locali, mentre scendeva il buio sulla zona e la protezione civile montava alcuni gazebo per dare riparo e conforto ai presenti e permettere di trascorrere la notte a presidio della zona del disastro.
Il via libera al recupero delle salme è arrivato solo alle prime luci del nuovo giorno, partendo prima dalla famiglia slovena, riportata a valle e poi all’obitorio dell’ospedale Masselli Mascia di San Severo, dove per i corpi della famiglia slovena e del medico si procederà a un rapido nulla osta per consentire la riconsegna ai familiari (per la famiglia slovena è in arrivo il console per le procedure di rimpatrio), mentre da oggi è aperta la camera ardente nella cappella obitoriole dell’ospedale sanseverese in omaggio al medico Maurizio De Girolamo. Infine, coma ha detto Vaccaro, si procederà con l’esame autoptico per i due piloti.