È stata dedicata a Chiara, 19enne trans napoletana che recentemente si è tolta la vita perché vittima di discriminazioni e atti di bullismo, l’inaugurazione del murale raffigurante Raffaella Carrà e realizzato dall’artista Giuseppe d’Asta con i volontari di Retake in prossimità del sottopasso Duca degli Abruzzi.
Una scelta niente affatto casuale, quella di dedicare la giornata di ieri all’ennesima giovane che ha scelto di suicidarsi perché emarginata. A chiarirlo è stata Francesca Bottalico, assessora comunale al Welfare che, prima di svelare la targa a corredo del murale, ha voluto ricordare «i ragazzi e le ragazze che hanno bisogno di punti di riferimento per seguire un percorso» che li porti a esprimere liberamente la propria identità sessuale.
Sempre in questa prospettiva Comune e Retake hanno deciso di indicare, proprio sulla targa che accompagna il murale, il numero telefonico del centro antidiscriminazioni, la struttura che offre servizi di ascolto e sostegno psicologico, sociale e legale rivolti a persone vittime di discriminazione o violenza o che si trovino in condizioni di vulnerabilità legate all’orientamento sessuale e all’identità di genere.
Ma perché è stata scelta proprio Raffaella Carrà come volto di questa campagna contro la violenza di genere e le discriminazioni sessuali? La cantante e conduttrice televisiva, scomparsa il 5 luglio del 2021 a Roma, è da sempre considerata un’icona gay. Merito del carisma e dell’attenzione al tema dei diritti civili, uniti alla dolcezza e alla caratura artistica che ne hanno fatto uno dei volti più amati dal pubblico italiano e internazionale. Giuseppe d’Asta ha scelto di rappresentare la “Raffaella nazionale” con gli occhi coperti da una nuvola rosa che ne sottolinea la sensibilità e la femminilità; accanto spicca un fascio di colore arcobaleno, tradizionale simbolo della comunità Lgbt. Non mancano i versi di una canzone di Carrà: «L’importante è farlo sempre con chi hai voglia tu», parole che sono un inno all’amore libero da qualsiasi pregiudizio o discriminazione. «In realtà – ha spiegato Giuseppe d’Asta durante l’inaugurazione – quella nuvola, simbolo di dolcezza e femminilità, non copre gli occhi di Raffaella, perché attraverso le nuvole si può comunque guardare. E io voglio credere che Raffaella ci stia guardando da lassù».
L’inaugurazione del murale dedicato a Carrà non è altro che la tappa di un percorso finalizzato a rafforzare i servizi e i meccanismi di tutela delle vittime di discriminazioni. Nelle prossime settimane, come annunciato da Bottalico, seguiranno altre iniziative dello stesso tenore. Un impegno quanto mai necessario in una città come Bari dove, soltanto qualche mese fa, una coppia di giovani non binari è stata selvaggiamente picchiata da una baby gang.