Pietro Dotti svolse una consulenza per l’imprenditore barese Vito Ladisa (editore di questo giornale), venendo regolarmente pagato, e solo successivamente supportò Michele Emiliano per le primarie del Pd, scegliendo liberamente di non incassare la somma dovutagli dal presidente pugliese. A chiarirlo è stato lo stesso esperto di comunicazione, ascoltato ieri dai giudici del Tribunale di Torino nell’ambito del processo in cui Emiliano, il suo capo di gabinetto Claudio Stefanazzi, Ladisa e l’altro imprenditore Giacomo Mescia sono imputati per finanziamento illecito.
Il quadro è noto. Dotti, titolare dell’agenzia di comunicazione che nel 2017 sostenne la corsa di Emiliano alla guida del Pd, svolse una consulenza per Ladisa dal quale fu regolarmente retribuito. Secondo il pm Francesco Caspani, il denaro con cui Dotti fu pagato dall’imprenditore barese andò a coprire parte delle spese della campagna elettorale di Emiliano. Secondo la difesa, invece, Dotti condusse una campagna di sensibilizzazione ambientale per conto di Ladisa Ristorazione e la relativa fattura non era in alcun modo riconducibile al governatore. E ieri Dotti ha confermato la tesi della difesa spiegando di aver incassato il denaro pattuito con Ladisa e di aver considerato estinto, per motivi del tutto indipendenti, il credito che vantava nei confronti di Emiliano. Insomma, l’esperto di comunicazione scelse liberamente di farsi pagare solo da uno dei suoi due clienti pugliesi illustri. Ai magistrati che gli hanno chiesto le ragioni di questa decisione, Dotti ha risposto chiarendo di avere fatto, in quel modo, «un investimento» sul mercato pugliese. Nessun finanziamento occulto, dunque, proprio come sostenuto da Michele Laforgia e Simona Grabbi, legali di Ladisa.
Dotti ha ricostruito i suoi legami con Emiliano: «Avevamo un ottimo rapporto. Scherzavamo per il fatto che fisicamente ci somigliamo molto. Ma dopo le primarie del Pd del 2017 non l’ho mai più sentito». Per la cronaca, le primarie del Pd si conclusero col trionfo di Matteo Renzi, seguito da Andrea Orlando e, infine, da Emiliano.