(Adnkronos) – “L’eccellenza del made in Italy ” ha permesso al nostro Paese di “reagire al meglio alla crisi dell’export” dettata dal Covid ed in un contesto di crisi energetica e geopolitica con la guerra in Ucraina. A delineare il quadro, in un’intervista all’Adnkronos, è stato il presidente di Ice Agenzia, Carlo Ferro. “Le imprese italiane -ha osservato Ferro- stanno vivendo un momento particolare e questo, come si dice in gergo, nonostante abbiano dovuto fare i conti con ‘due cigni neri in tre anni’ mentre eravamo abituati a fare i conti con “un cigno nero ogni 10 anni'”, tanto che “dal punto di vista dell’export, l’eccellenza e la qualità del made in Italy hanno fatto dell’Italia uno dei paesi che ha reagito meglio alla pandemia”.
“Nel ’20-’21 le esportazioni sono cresciute di 7.5 punti percentuali rispetto ai livelli pre-pandemia e questa – ha detto Ferro- è stata una performance fra le 10 economie mondiali inferiore solo a tre economie dell’Asia, abbiamo fatto meglio degli Stati Uniti, del Regno Unito, della Germania e della Francia”.
Nonostante “l’incremento dei prezzi dell’energia” e la crisi geopolitica della guerra in Ucraina, “i numeri dell’export italiano restano positivi con un volume di crescita nei primi 8 mesi dell’anno di 1-2 punti percentuali”. Il momento, ha osservato Ferro, “è aggravato dalla invasione dell’Ucraina da parte della Russia e la situazione é aggravata dal tema dell’energia. Ci sono -ha argomentato Ferro- nuove sfide, sfide importanti come quelle della disponibilità e capacità di logistica, disponibilità di materie prime, i prezzi delle materie prime, oltre al tema chiave del prezzo dell’energia che deve essere risolto”.
“Se guardiamo ai numeri del primo semestre, o dei primi 8 mesi di quest’anno, l’Istat ha recentemente pubblicato il dato di 8 mesi registrando una crescita dell’export tendenziale del 21%. Ragionevolmente – ha proseguito il presidente di Ice Agenzia – dobbiamo considerare l’aspetto reale, l’aspetto volume e l’aspetto prezzi perché purtroppo l’aspetto prezzi, in una economia di trasformazione, riflette anche un incremento ancora più grave nei prezzi delle importazioni, in particolare il prezzo dell’energia”.