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Indagine Hydruntiade, i fratelli Cariddi rispondono ai giudici

Indagine Hydruntiade: si sono svolti ieri gli interrogatori dei fratelli Luciano e Pierpaolo Cariddi nella Casa circondariale di Borgo San Nicola a Lecce. I due fratelli Pierpaolo e Luciano Cariddi sono detenuti in seguito agli sviluppi dell’indagine che ha scosso la politica, la sanità e il mondo imprenditoriale. Quasi nulla è filtrato dopo gli interrogatori.…

Indagine Hydruntiade: si sono svolti ieri gli interrogatori dei fratelli Luciano e Pierpaolo Cariddi nella Casa circondariale di Borgo San Nicola a Lecce. I due fratelli Pierpaolo e Luciano Cariddi sono detenuti in seguito agli sviluppi dell’indagine che ha scosso la politica, la sanità e il mondo imprenditoriale. Quasi nulla è filtrato dopo gli interrogatori. Il primo a comparire davanti alla procuratrice aggiunta Elsa Valeria Mignone e alla sostituta procuratrice Giorgia Villa, assistito dagli avvocati Viola Messa e Michele Laforgia, è stato Luciano. Subito dopo è stato il turno di Pierpaolo, difeso dagli avvocati Gianluca D’Oria e Alessandro Dello Russo. Gli indagati hanno risposto alle domande delle giudici sui rapporti con i vari imprenditori indagati e con le autorità istituzionali con cui l’ex sindaco Pierpaolo ha avuto contatti, in particolar modo la Capitaneria di Porto, affinché spiegassero le motivazioni del loro operato. I legali dei Cariddi si riservano di presentare un’istanza di attenuazione della misura cautelare.

Pierpaolo Cariddi, dopo essersi dimesso dalla carica di sindaco, è stato, circa una settimana fa, sospeso anche dall’albo degli Ingegneri a cui era iscritto. Nel Comune di Otranto si è insediata la commissaria prefettizia Vincenza Filippi affiancata da due sub commissarie: la viceprefetta Marilena Sergi e la dirigente Rosa Maria Simone. L’indagine Hydruntiade si è abbattuta come un vero tsunami sul territorio idruntino e su tutto il Salento, considerata l’importanza dei soggetti coinvolti. Secondo l’accusa i fratelli Cariddi sarebbero capi e organizzatori di un sodalizio che condizionava l’azione dell’apparato amministrativo del Comune di Otranto con la complicità di altre figure che ricoprivano ruoli cruciali negli uffici tecnici. Il “Sistema Cariddi”, così è stato definito nella corposa ordinanza di 958 pagine dalla gip Cinzia Vergine, sarebbe fondato sul do ut des con gli imprenditori per consolidare il bacino elettorale. Un intreccio tra legami familiari, strategie professionali, militanze politiche e cariche pubbliche.

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