Nel video dell’orrore un bambino di 13 anni piange, mentre un altro, un po’ più grande, lo violenta. Gli altri due riprendono e ridono. Orrore, sgomento, impotenza, per chi questo video girato a giugno in un comune del barese lo ha ricevuto sul telefonino e lo ha visto nelle ultime ore.
È l’ultimo, ennesimo caso di violenze in diretta sul web, di quelle che lasciano attoniti e cercano giustizia. A dare una risposta, in termini investigativi, sono chiamati ora i carabinieri del comune del barese dove il video sarebbe stato girato.
Secondo alcune indiscrezioni, le indagini sarebbero già avanti e un quindicenne sarebbe stato sottoposto a fermo. L’inchiesta, coordinata dalla procura per i minorenni di Bari, avrebbe già accertato le responsabilità del presunto stupratore ma anche dei due coetanei che, pur potendolo fermare, non lo hanno fatto, preferendo invece immortalare il momento in un video con il telefonino.
A loro carico non si esclude la contestazione di concorso nella violenza sessuale, per non aver impedito che accadesse. Contro i tre avrebbero già presentato denuncia i genitori della vittima. Una vicenda che ha sconvolto la comunità del paese nel quale si è consumata la violenza, ma che induce anche a rimettere al centro dell’attenzione delle istituzioni la cura di determinate categorie.
I dati diffusi da Terre des Hommes raccontano un fenomeno inquietante: la Internet Watch Foundation nel 2021 ha intercettato immagini e video di abusi sessuali su minori ogni 2 minuti. E sempre nel 2021 il 62 per cento del materiale pedopornografico rilevato era ospitato su server europei. Per questo, a maggio scorso l’associazione in difesa dei minori ha presentato alle istituzioni italiane delle proposte di riforma legislativa che rendano più effettiva la difesa delle giovani vittime di violenza online.
E accolgono con favore una nuova proposta della Commissione europea, che richiederà alle aziende tecnologiche di adottare misure per proteggere meglio i bambini dagli abusi sessuali online.