«Non ho stimoli o rivincite da prendermi, ma è chiaro che vorrei vincere». Michele Mignani torna a Modena quasi un anno dopo l’ultima partita vissuta sulla panchina dei canarini, coincisa con una delle delusioni sportive più grandi della sua carriera: la sconfitta casalinga per mano dell’Albinoleffe nella gara di ritorno del primo turno nazionale dei playoff maturata al 96esimo. A oltre 11 mesi di distanza da quella batosta, l’allenatore genovese si presenta al Braglia con un bagaglio pieno di sorrisi, certezze e la consapevolezza di aver finalmente contribuito in modo decisivo alla vittoria in una grande piazza come Bari, scrollandosi di dosso non solo le lacrime di Modena, ma anche l’amarezza della finale playoff persa a Siena. Bari tappa della maturazione tecnica e professionale, ma anche della prima vera, grande affermazione in panchina. Proprio per questo l’incrocio domani contro i gialloblu di Tesser, seconda e ultima sfida della Supercoppa di C, rappresenterà per Mignani il palcoscenico ideale per una passerella d’autore contro una squadra che come il Bari ha conquistato la promozione in Serie B. «Era destino che dovessi finire la stagione a Modena. Mi auguro che sia una giornata di festa. Si affrontano due piazze importanti che hanno vinto meritatamente e si apprestano a disputare un campionato come la Serie B che le rappresenta meglio. Sarà una bella emozione ritrovare persone che apprezzo, con le quali ho lavorato. Una partita stimolante contro un avversario forte».
Tema ricorrente è ancora una volta l’affannosa, quanto complicata ricerca degli stimoli. Target miseramente fallito nell’ultima gara di campionato con il Palermo, ma anche sabato scorso nel match di commiato dal San Nicola perso contro il Sudtirol, in occasione del debutto in Supercoppa. Nonostante la diplomazia, sia il tecnico, sia molti tesserati hanno ammesso negli ultimi giorni come la spina fosse stata staccata da tempo dopo la conquista della B, ormai oltre un mese fa a Latina. Che l’interruttore passasse rapidamente da «on» a «off» era piuttosto prevedibile, anche alla luce dei pessimi ultimi due risultati. Un fattore evidenziato da Mignani con la sua consueta onestà intellettuale: «L’allenatore deve lavorare per dare stimoli ai giocatori. Quando si fa tanta fatica per raggiungere un obiettivo grande come il nostro, subito dopo c’è un calo di tensione. In allenamento non vedo mai la voglia di non fare bene – evidenzia l’ex Modena – Anche domani l’obiettivo è fare risultato. Cercheremo di approcciare bene la gara. Metteremo tutto quello che abbiamo ancora. Noi ci siamo”.
Sul piano delle scelte la sensazione stavolta è che possa essere schierato dal primo minuto il migliore undici a disposizione, dopo il mini turnover che sabato scorso vide protagonista in particolare Antenucci. «Tutti stanno bene, e si sono allenati bene durante la settimana. Metteremo in campo una formazione molto dignitosa».
Mignani quindi prova a riavvolgere il nastro di un film premiato con l’«oscar promozione», difendendo tutte le scelte intraprese durante la stagione, e sottoli\neando la capacità di aver tenuto in pugno lo spogliatoio dall’inizio alla fine: «Non mi pento mai di quello che faccio. Penso di aver fatto il meglio. Sono sempre convinto delle mie scelte. Come quella di accettare Bari. E di lavorare al massimo con quello che avevo. Mi rende orgoglioso il risultato finale e quello che sono riuscito a ottenere dai ragazzi. L’allenatore deve guadagnare la stima dei ragazzi. Credo di esserci riuscito. Credo mi abbiano seguito, sposando il mio pensiero calcistico. Questo è l’aspetto che mi rende orgoglioso di più”.
Sul futuro il tecnico biancorosso non scopre le carte, rimandando ogni valutazione a bocce ferme. Tra le priorità quella di ringiovanire la rosa, anche in virtù della lista Under: «Lo prevede il regolamento. Anche se noi pensiamo che sia meglio avere giocatori pronti, punteremo su giovani bravi», la promessa di Mignani rivelando che la caccia ai talenti di Polito sia già partita.