Valgono 16,2 miliardi nei primi sei mesi 2022 gli scambi tra Italia e l’area balcanica e sono in forte crescita. Il dato è emerso nel corso della conferenza “L’Adriatico come comunità geo-economica per la pace e la stabilità tra Europa e Mediterraneo”, che si è tenuta questa mattina a Bari nell’ambito dell’85esima Fiera del Levante, promossa da Unioncamere, Fondazione Pax Humana, Università Luiss Guido Carli, in collaborazione con la Camera del Commercio Estero della Bosnia ed Erzegovina.
Secondo una elaborazione di Promos Italia su dati Istat, nell’area che comprende Croazia e Slovenia, oltre ai Paesi dei Balcani occidentali, l’interscambio commerciale nel primo semestre 2022 è in crescita del 50,2% rispetto ai 10,8 miliardi dei primi sei mesi del 2021.
In particolare, cresce l’export italiano pari a 8,8 miliardi nei primi sei mesi del 2022 rispetto a 6,1 miliardi del primo semestre 2021 (+44,2%). L’import in sei mesi è di 7,4 miliardi e cresce del 58% in un anno, rispetto ai 4,7 miliardi dei primi sei mesi dell’anno precedente. Le principali regioni italiane nel commercio sono: Lombardia con 3,7 miliardi di scambi nei primi sei mesi del 2022 e una crescita del 39,7% in un anno, rispetto ai primi sei mesi del 2021; Veneto con 3,1 miliardi, +35,1%; Emilia Romagna con 1,7 miliardi, in crescita del 37,9%. Seguono Friuli Venezia Giulia con 1,2 miliardi, +38,5%, Sicilia con un miliardo, +273%.
Tra i settori del manifatturiero, per l’export prevalgono metalli e prodotti in metallo con 1,6 miliardi nei primi sei mesi dell’anno, in crescita del 34% rispetto ai primi sei mesi del 2021, coke e prodotti petroliferi raffinati con 1,3 miliardi, +297%, moda con 1 miliardo, +22%, macchinari con 814 milioni, +23%, prodotti chimici con 715 milioni, +36%. Per import primi settori i metalli e prodotti in metallo con 1,1 miliardi, +72%, il tessile con un miliardo, +14%.
«Siamo orgogliosi – ha detto il presidente della Camera di Commercio di Bari Alessandro Ambrosi – di aver ospitato questo importante momento di confronto, ma anche di aver offerto il nostro contributo. Credo sia importante costruire un contesto di grande rete tra i territori perché rappresenta un valore aggiunto per gli investitori e per i clienti».
Sull’importanza di costruire ponti e non muri e sulla valenza strategica in tal senso della Fiera del levante è intervenuta anche Marina Lalli, responsabile delle relazioni istituzionali Nuova Fiera del Levante: «Abbiamo aperto la fiera dopo un anno di assenza e da subito abbiamo registrato una fortissima partecipazione con già 100.000 presenze. La fiera, con il Mediterraneo come punto fermo, è un momento di crescita per il territorio, è portatrice di un messaggio di speranza e di unione, riferimento per le imprese meridionali e di tutta l’area».
«L’Italia è tra i primi partner commerciali di Albania per tutti i Paesi balcanici», ha sottolineato il presidente di Unioncamere, Andrea Prete: «Anche attraverso il rafforzamento della collaborazione con le istituzioni europee, le nostre Camere di Commercio hanno la possibilità di leggere le esigenze dei territori e le esigenze dei rispettivi sistemi economici e delle comunità imprenditoriali, definendo progetti e iniziative che possano favorire lo sviluppo tecnologico e sostenibile per stimolare lo sviluppo dei sistemi aziendali, promuovere la cooperazione economica e il trasferimento di tecnologie e know-how».
«La Comunità Adriatica rappresenta una grande opportunità per sviluppare una nuova dimensione di scambio non solo economico e culturale tra i Paesi dei Balcani occidentali e l’Italia che si conferma cerniera geostrategica tra l’Europa e i Paesi di prossimità», ha dichiarato il presidente della Luiss Vincenzo Boccia.
Anche la presidente di Pax Humana Maria Nicoletta Gaida condivide la necessità di una comunità adriatica: «La Comunità Adriatica è un’idea che si fonda su una geografia, una storia, un mito, un’origine comune».