L’azienda ospedaliera “San Carlo” di Potenza è stata condannata dal giudice del lavoro del locale Tribunale per «condotta discriminatoria nei confronti di una lavoratrice in maternità, alla quale non era stato rinnovato il contratto di lavoro, adducendo l’incompatibilità tra lo stato di gravidanza e le prestazioni nei reparti Covid».
Il San Carlo dovrà risarcire il danno, ricostruire la posizione lavorativa della donna e pagare le spese di giudizio. Lo ha reso noto la consigliera regionale di parità, Ivana Pipponzi, in giudizio con l’avvocato giuslavorista Salvatore Paolo Guarino, che ha evidenziato come «la sentenza segni una linea molto importante sul contrasto alle discriminazioni di genere sul posto di lavoro».
Nel giudizio, si fa sapere, «è stato rilevato che altri lavoratori ai quali era stato prorogato il contratto a termine per prestare servizio nel reparto Covid erano stati invece assegnati ad altri reparti nei quali non sussisteva alcuna condizione di rischio, anche per la lavoratrice che, dunque, risultava palesemente discriminata solo in ragione del suo stato di maternità».
«Sempre maggiori sono i casi di lavoratrici discriminate sul posto di lavoro che si rivolgono al mio Ufficio per chiedere tutele – ha concluso Pipponzi – segno tangibile della acquisita consapevolezza di far valere i propri diritti».