Nuovo scivolone in aula per la maggioranza regionale sulla legge anti Cassano. Un vero e proprio caso politico in piedi da anni che ha registrato tre consigli regionali di fila saltati consecutivamente sullo stesso punto relativo al riordino dell’agenzia Arpal. Puntualmente è venuto meno il numero legale.
Alla fine l’assise regionale si è aggiornata alle 11,30 di oggi, dopo aver detto sì alla proposta di legge a firma del capogruppo della Lega Davide Bellomo per introdurre in Puglia le strade del vino e dell’olio extravergine di oliva per valorizzare e promuovere il territorio ed i suoi prodotti di qualità. Poi l’impasse sulla legge “anti Cassano”, le cui avvisaglie si sono registrate durante l’esame della proposta di legge di modifica della Via, la valutazione d’impatto ambientale.
Poco dopo l’avvio del dibattito è stata votata una lunga sospensione, un’ora all’inizio poi prolungatasi di altri 20 minuti. Lasso temporale in cui nella saletta adiacente all’aula consiliare si sono riuniti i capigruppo dei due schieramenti, in particolare del centrosinistra. Al centro dei colloqui, particolarmente tesi, l’emendamento alla legge di riforma dell’Arpal preparato dall’assessore al lavoro Sebastiano Leo, ma non depositato in aula. All’interno è inserito il comma anti Cassano, ma su questo cavillo è intervenuto il governatore Emiliano che ha chiesto di cancellarlo.
La decadenza di Cassano, ha spiegato il presidente, aprirebbe un problema di costituzionalità sulla legge di riordino delle agenzie che gli uffici prima ed il governo centrale poi avrebbero potuto eccepire. L’invito a rimuovere il comma è stato respinto dalla maggior parte del gruppo Pd che proprio 24 ore prima aveva approvato quasi all’unanimità l’emendamento dell’assessore Leo.
Alla fine il braccio di ferro s’è risolto in aula durante il voto sul disegno di legge per la Via, la valutazione d’impatto ambientale. Un giallo ha segnato la conta del pallottoliere con consiglieri regionali presenti, ma che non sono riusciti a votare per un guasto alla scheda del voto elettronico, altri che hanno votato alzando la mano, altri ancora che si sono allontanati dall’aula.
E così in prima battuta sono risultati 22 voti, quattro in meno di 26, il numero legale. Qualcuno ha chiamato “il Var del riconteggio” e sono spuntati altri due voti, 24, comunque insufficienti a far andare avanti i lavori. Domani si riprende dallo stesso punto ma in un clima incerto e con il rischio di una paralisi. Caustica sull’accaduto l’opposizione: «Per l’ennesima volta manca il numero legale. La maggioranza invece che votare la Via ha preso un’altra… via (riferimento ironico alla valutazione ambientale, ndr) – attaccano i consiglieri di Fratelli d’Italia Ventola Caroli, De Leonardis, Gabellone, Perrini e il neo subentrato Michele Picaro in sostituzione dell’onorevole Ignazio Zullo eletto in Parlamento -. All’ordine del giorno – aggiungono – c’erano importanti provvedimenti (Arpal e legge contro il caro bollette) tanto strombazzati da alcuni esponenti del centrosinistra e poi miseramente non discussi perché, forse strategicamente, la maggioranza non ha i numeri. Fa specie che sia mancato in aula il presidente Emiliano che fa le sue comparsate – si fa vedere e poi sparisce – e al momento decisivo non c’è mai” Rammaricato anche il consigliere regionale di maggioranza Fabiano Amati. «Resta da capire – osserva – se domani avremo con noi la Giunta nella sua totalità, come credo e spero, e almeno tutti i gruppi di maggioranza. Con l’ovvio auspicio di vedere sullo stesso fronte anche la minoranza, notoriamente sensibile alle sfide sul buon governo e sulla riduzione delle difficoltà delle persone. L’eccesso di tatticismi inconcludenti in parte della maggioranza, registrati oggi per salvare ancora una volta il Dg Arpal, spero che domani si dissolvano, cominciando tutti col garantire il numero legale».