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Il Pd pugliese si spacca sul disegno di legge anti-liste d’attesa

Da una parte ci sono i consiglieri regionali Amati e Mennea, firmatari di una proposta di legge sulla sospensione dell’attività a pagamento per le prestazioni sanitarie. Dall’altra c’è il deputato e segretario regionale dem Lacarra che dice no all’eliminazione della cosiddetta attività intramoenia. È la sanità, dunque, l’ultimo terreno di scontro all’interno del Partito democratico…

Da una parte ci sono i consiglieri regionali Amati e Mennea, firmatari di una proposta di legge sulla sospensione dell’attività a pagamento per le prestazioni sanitarie. Dall’altra c’è il deputato e segretario regionale dem Lacarra che dice no all’eliminazione della cosiddetta attività intramoenia. È la sanità, dunque, l’ultimo terreno di scontro all’interno del Partito democratico pugliese.

All’origine della querelle c’è il problema delle liste d’attesa nelle strutture sanitarie pubbliche. Sono circa 400mila, infatti, i pugliesi in lista per una visita ambulatoriale specialistica, con un’attesa media di 180 giorni. In realtà come quella dell’Asl barese, per esempio, la prima visita cardiologica viene fissata in tempi ragionevoli soltanto nel 47% dei casi e lo stesso vale per la prima visita chirurgica vascolare. Ecco perché i consiglieri regionali Fabiano Amati e Ruggiero Mennea hanno promosso un disegno di legge che sospende l’attività intramoenia svolta dai medici, qualora i tempi d’attesa non siano allineati con quelli dell’attività istituzionale: «Una proposta -spiegano – che rende effettiva una disposizione contenuta nella legge statale, nel Piano nazionale delle liste d’attesa e pure nel contratto dei medici, purtroppo disattesa allegramente».

Di diverso avviso Marco Lacarra, segretario regionale del Pd, secondo il quale «il problema delle liste d’attesa va risolto al più presto, ma non è possibile addossare tutte le colpe ai medici». Il deputato dem è chiaro: «Eliminare il servizio intramoenia non è la soluzione, in quanto è un’attività che i medici svolgono al di là delle ore di lavoro istituzionale e proprio grazie a questa attività extra è stato anche possibile ridurre le liste d’attesa». La soluzione al problema delle liste d’attesa? Per Lacarra non c’è altro da fare che reclutare altri medici, infermieri e operatori specializzati.

Durissima la replica di Amati e Mennea: «È mai possibile che un parlamentare possa sostenere la violazione di una legge statale, contrastando le iniziative che servono a eseguirla? Fino a quando Lacarra non presenterà una proposta di legge per abrogare la norma statale, noi proveremo con severità a farla rispettare, mettendoci dalla parte dei cittadini in fila al Cup. A prescindere dalla curiosa opinione eversiva dello stesso Lacarra».

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