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La politica fermi gli sciacalli

Scrive l’autrice americana di libri di auto aiuto sulle relazioni codipendenti Melody Beattie, che «la gratitudine spiega il nostro passato, porta pace al presente e crea una visione per il futuro». Potremmo aggiungere, con lo scrittore e giornalista britannico Chesterton, che «la misura di ogni felicità è la gratitudine». Essere grati è un servizio a se stessi e al prossimo. La gratitudine sembra essere un tema individuale, ma è invece individuale e collettivo nello stesso tempo e attiene alle relazioni di vita e, utilizzando le parole di don Cosimo Posi, sacerdote e pastore a Brindisi, prescinde, è indipendente dai mille motivi di repulsione e inamabilità che sovente presentano i fatti, le persone, le vicende della vita, la natura. La vita di un individuo e quella della sua comunità è a un bivio antropologico, che si ripropone costantemente nel vissuto quotidiano. È il bivio di chi crede e sceglie l’ecologia integrale che Papa Francesco ci ha rappresentato con linguaggio popolare, per cui il creato (per i credenti) e la natura con i suoi esseri viventi sono legati da relazioni di vita interdipendenti, dove non c’è tassello che non condizioni l’altro, presentando il conto senza preavviso: pandemie, eventi climatici drammatici, derive educative, marcati egoismi da cui derivano marcate disuguaglianze. A proposito di ciò è molto interessante e suggestiva la visione che Michele Carducci, docente di Diritto costituzionale comparato e climatico all’Università del Salento, ha rappresentato sul versante giuridico teorizzando un diritto costituzionale della natura a esistere, in virtù proprio delle relazioni di vita tra esseri viventi che, senza tutela, generano squilibri che diventano negazioni di diritti per gli stessi uomini e donne che vivono il pianeta.

La sintesi per noi non addetti ai lavori è: se non si tutela la natura non si tutela l’uomo e viceversa, nella logica proprio dell’ecologia integrale, dell’ecosistema integrale. Se si è grati si è felici e si è felici nella misura in cui si è grati! Se non lo si è stati, si spiega un passato di egoismi, disuguaglianze, sopraffazioni, deprivazioni. Del resto, dove c’è gratitudine c’è amore, c’è la scelta di una vita in cui si ricerca la felicità vera, senza l’effimero, senza le apparenze, senza l’estetica a tutti i costi, ma a volte a denti stretti nelle difficoltà, altre volte leggeri in volata. Se non si è grati o non lo si è stati, non si può essere in pace e si vive il conflitto delle invidie, degli arrivismi, delle menzogne, delle paure. Se si è grati si costruisce un futuro di cui si ha una consapevole e realistica visione, con l’animo pacato di chi vuole bene a se stesso e agli altri, con le idee chiare e il cuore aperto alla verità e alla giustizia e non solo alla felicità (presunta).

Ma vive un sentimento di gratitudine e di servizio, un Paese dove le banche “sbancano” le famiglie e le imprese con i tassi di interesse che salgano sui mutui e dove restano pressoché costanti gli interessi creditori, dove i petrolieri depredano gli automobilisti e gli autotrasportatori creando l’aumento dei prezzi incontrollato e la riduzione drastica dei consumi, dove le compagnie energetiche mandano in povertà un Paese? È grato un sistema economico che si arricchisce a dismisura a favore di pochi e contro ogni previsione di profitto “normale”, come se fosse proprietario non solo dell’impianto energetico, della banca, della compagnia petrolifera, eccetera, ma anche del futuro della popolazione, dove non ci sarà welfare che tiene se non si frena drasticamente l’iniziativa economica privata favorita da una più o meno casuale contingenza economica? La vita di un popolo non può essere soggetta alle logiche del rosso e nero al casinò! E se per una casualità della storia, che si chiama guerra o speculazione o cannibalismo sociale ed economico, a questa logica si arriva, le istituzioni devono fermarla. Del resto l’iniziativa economica privata, recita la Costituzione italiana, è libera. Ma non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La politica sia all’altezza del compito e interrompa il vergognoso sciacallaggio che stiamo vivendo a danno della maggioranza della popolazione. E se qualcuno dirà che così si lede lo Stato di diritto, altri eccepiscano che questo non può esistere a danno della pelle umana per il quale è stato concepito e reso vivente nel diritto.

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