Dopo “Frammenti di un precario” e “Cronache quotidiane” (Les Flâneurs Edizioni) torna in libreria Giuseppe Di Matteo con “Meridionale. Frammenti di un mondo alla rovescia” (4 Punte Edizioni, 112 pagine, 12 euro), in uscita martedì 25 gennaio. Lo scrittore e giornalista barese questa volta utilizza la poesia come strumento di impegno civile ma anche piacere della scoperta, soprattutto delle parole che talvolta possono nascondere una forza straordinaria. Qui Di Matteo prova a dar voce ai meridionali, coloro sempre alla ricerca del riscatto in quel mondo alla rovescia che li vede dall’altra parte della barricata. Attraverso i suoi frammenti di poesia e con l’aiuto dei disegni colorati di Mario Pugliese, dà spazio a immagini e a vicende umane tra paure e aspirazioni, partenze e ritorni. “Il desiderio di fuggire. E ad ogni confine violato un pianto senza ritorno”, recita uno dei suoi frammenti. E ancora: “Resterei se di questa terra sposassi un giorno il pianto segreto di ogni fuga”.
Dualismo Nord–Sud, questione meridionale, sono temi complessi spesso accompagnati solo dalle consuete lamentazioni. L’autore invece qui pur riconoscendo le inerzie del Sud del Paese, reagisce trovando in quel divario l’impulso artistico alla sua poesia.
«Con Meridionale – dichiara Di Matteo – ho provato a ragionare sul significato di una parola partendo da una domanda precisa: chi sono i Meridionali? Gli italiani del Sud, certamente, che spesso se ne devono andare o sono costretti a combattere per una vita dignitosa a casa loro tra mille difficoltà. Ma non solo. Ci sono infatti i “nuovi” Meridionali: gli uomini dalla pelle nera, i migranti, pure i precari. Insomma, chi sta dall’altra parte della barricata, quella meno privilegiata e, come suggerisce il titolo, vive in un mondo alla rovescia, all’interno del quale tutto è più difficile, fragile, ostile».
Nel libro c’è anche molta Puglia e quel rapporto che lo stesso autore definisce tormentato. «La vera sfida, e forse l’unico amore possibile e duraturo, è appartenere – continua Di Matteo. Questa è una delle principali direttrici del libro. Un percorso che, a mio avviso, è lo stesso di tanti Meridionali come me, qualunque sia la loro provenienza. Se così non fosse, questo libro non avrebbe senso: un’autobiografia poetica non interessa a nessuno. Nemmeno a chi l’ha eventualmente scritta».
Come scrive Alessandro Cannavale nella prefazione del libro “La‘maledizione’ di essere meridionali rivive anche negli occhi tristi del venditore africano, di chi parte di notte, lasciandosi una porta socchiusa alle spalle”. Nelle immagini che emergono prepotenti dalle pagine di “Meridionale. Frammenti di un mondo alla rovescia”, non vi è rassegnazione, sgomento e smarrimento, al contrario emerge la forza di lottare con uno sguardo positivo sul mondo. E in parte certamente l’autore lo fa «con le mani nude della poesia», come lui stesso afferma.